“L’Ue insieme alle Nazioni Unite dovranno lavorare per creare delle zone umanitarie in Siria”: è una delle proposte emerse ieri, a Bruxelles, durante la Seconda Conferenza interparlamentare di alto livello su migrazione e asilo, ospitata congiuntamente dal Parlamento europeo e portoghese cui hanno partecipato i rappresentanti di Operazione Colomba, corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. Nel corso della conferenza Operazione Colomba ha presentato il proprio lavoro in Libano, i corridoi umanitari e la proposta di pace scritta dai rifugiati siriani del Libano. Di fronte a vari rappresentanti del parlamento europeo e dei differenti governi nazionali d’Europa, la risposta è stata, si legge in un comunicato dell’Operazione Colomba, di “interesse e di apertura. Il presidente dell’Europarlamento David Sassoli ha ribadito la volontà da parte delle istituzioni europee di agire a livello politico con proposte opposte alla logica della violenza”. “In Libano sono presenti 1,5 milioni di rifugiati siriani su una popolazione di neanche 6 milioni di persone — ha dichiarato Alberto Capannini, responsabile di Operazione Colomba in Libano —. È una situazione esplosiva che continua a peggiorare. I rifugiati sono stretti in una morsa. Da un lato vivono in un Paese in piena crisi politica ed economica, con un tasso di inflazione stellare che distrugge il potere d’acquisto delle famiglie. Dall’altro non possono tornare in una Patria che è ancora sotto il ferreo controllo dei signori della guerra. Vivono senza futuro”. Detlef Seif della Commissione affari interni del Parlamento tedesco ha dichiarato che “l’Ue insieme alle Nazioni Unite dovranno lavorare per creare delle zone umanitarie in Siria”.