Sono 41 le cause di nullità matrimoniale introdotte nel 2020 che, sommate alle 29 pendenti del 2019, fa 70 casi trattati. È questo il numero reso noto dal Tribunale ecclesiastico diocesano di Pescara-Penne che – come spiega il presidente, don Maurizio Buzzelli, “già in questi primi mesi sta lavorando su altri 21 casi”. “Nonostante il periodo difficile della pandemia e le interruzioni richieste nel tempo del lockdown – prosegue – diverse persone si sono rivolte al nostro servizio. 26 cause sono state già definite con sentenza: 24 affermative, 1 negativa e 1 archiviata e i motivi di nullità riguardano per la maggior parte il grave difetto di discrezione di giudizio o l’incapacità per causa di natura psichica”.
“Parlare del Tribunale diocesano e delle richieste di nullità matrimoniale è sempre difficile”, continua don Buzzelli. “Innanzitutto – precisa – perché tante sentenze risultano affermative per immaturità ed incapacità ad assumere oneri e doveri da parte dei nubendi. Questo ci interpella come Chiesa, ci interroga riguardo alla formazione al Sacramento del Matrimonio e alla verifica della validità dello stesso nell’istruzione prematrimoniale”. “Circa la richiesta di nullità ci sono, però, anche altri pregiudizi; si crede che sia qualcosa ‘che si compra’, che sia un itinerario lunghissimo, o talvolta, non si vuole verificare lo stato del proprio matrimonio perché è, ovviamente, una ferita aperta”, aggiunge il presidente. “Contattare il Tribunale per una consulenza e per la valutazione sull’opportunità di iniziare l’iter per la dichiarazione di nullità è sempre gratuito, ma direi necessario per una questione di coscienza, per poter partecipare in modo più sereno alla vita della Chiesa. Il Tribunale ecclesiastico non giudica le persone, ma l’evento”.