“Una visita attesa da tanto tempo e fortemente voluta. Per noi è un segno di speranza”: così padre Gabriel Romanelli, parroco latino della Striscia di Gaza, commenta al Sir la visita pastorale del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, alla piccola comunità cattolica gazawa, poco più di 100 fedeli, che si ritrova nella parrocchia della Sacra Famiglia. La visita ha preso il via questa mattina (fino a giovedì), con l’arrivo del patriarca al valico di Erez, da dove è transitato per entrare nell’enclave palestinese. Ad attenderlo il parroco Romanelli, religioso dell’Istituto del Verbo incarnato (Ive), assieme al provinciale Ive, padre Carlos Ferrero, al confratello, padre Marcelo Gallardo, e a una delegazione di parrocchiani. Con Pizzaballa sono presenti, tra gli altri, anche il suo vicario patriarcale, mons. Giacinto B. Marcuzzo, e l’amministratore delegato del Patriarcato latino, Sami El-Yousef.
Giunto in parrocchia Pizzaballa si è recato in chiesa per un breve momento di adorazione cui è seguita la recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e una benedizione. Secondo quanto riferito al Sir dal parroco Romanelli, il patriarca ha espresso “il rifiuto di ogni atto di violenza e di odio”. Successivamente Pizzaballa ha incontrato la comunità che era ad attenderlo sul piazzale interno. Qui ha ricevuto una corona di fiori in segno di accoglienza. Tra i primi gesti del patriarca la visita alla casa delle suore della Carità di Madre Teresa dove sono accolte e curate circa 75 persone, tra bambini disabili e adulti abbandonati. Nel pomeriggio la visita prosegue nella scuola del patriarcato gestita dalle Suore del Rosario. La visita di Pizzaballa coincide con quella in corso, sempre nella Striscia, del console generale di Francia a Gerusalemme, René Troccaz. I due si sono incontrati nella parrocchia latina.