“Dalla crisi del 2015 e 2016 abbiamo imparato che migrazione e asilo non sono questioni che si possono affrontare da soli. Servono azioni condivise e obiettivi comuni che vadano oltre i dibattiti politici tossici e il noi contro loro, la miopia e comportamento isolazionisti”. Così il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas, intervenendo alla che seconda conferenza interparlamentare di alto livello su migrazione e asilo in Europa oggi a Bruxelles. Per Schinas, il “nuovo patto sulla migrazione e l’asilo” che la Commissione europea ha presentato nel settembre 2020 è “l’unico percorso per uscire dalla crisi”, perché si tratta “della prima volta in cui la questione viene affrontata con una politica olistica”. Secondo Schinas, il “primo piano su cui regge l’architettura” è la dimensione dell’azione esterna; il secondo i confini, quindi la solidarietà. E rispetto all’azione esterna ha elencato una serie di tasselli da predisporre: la necessità di istituire “partenariati che siano reciprocamente vantaggiosi”, per aiutare i Paesi a creare migliori condizioni per la propria popolazione; affrontare le cause della migrazione irregolare; creare soluzioni sostenibili e dignitose per i rimpatri; e infine strade legali per le migrazioni.
Secondo Schinas “molto è cambiato” in questi anni, per cui diventa possibile oggi pensare soluzioni efficaci: c’è stata una evoluzione nella comprensione della situazione da parte dei Paesi oltre i confini europei e dei partner internazionali; la migrazione è entrata nel bilancio dell’Ue, garantendo un “uso più strategico delle risorse per raggiungere l’obiettivo” e infine, “abbiamo nuovi strumenti che sostengono le azioni”, a partire da Easo, l’ufficio europeo di sostegno per l’asilo, e Frontex. Quindi, ha concluso Schinas, “l’Ue ora ha mezzi e strumenti per creare un sistema che funzioni nella pratica. Il tempo per affrontare le sfide è oggi”.