“Rattrista il fatto che la vita sociale e politica in Polonia sia segnata da infinite tensioni e conflitti, dall’odio e dall’inimicizia”: lo scrivono i vescovi polacchi nella lettera pastorale pubblicata in occasione dei 100 anni dall’affidamento del Paese al Cuore Santissimo di Gesù. Il documento, steso in occasione della ricorrenza celebrata il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini a Cracovia, rammenta che “i vescovi affidarono il Paese al Cuore Santissimo di Gesù il 3 giugno del 1921, dopo che la Polonia ha riavuto la propria sovranità nazionale”. Nel messaggio i presuli non nascondono le loro preoccupazioni per la situazione attuale del Paese: per “la crisi che tocca profondamente le famiglie polacche di cui un terzo si scompongono con divorzio”, per “il difficile esame di credibilità” che deve sostenere la stessa Chiesa “messa a dura prova da peccati e ferite inflitte a fratelli e sorelle da alcuni ecclesiastici” colpevoli di aver commesso “il peccato di abusi sessuali, capace di sminuire efficacemente la luce del Vangelo”. La lettera sottolinea “la necessità della purificazione, e della richiesta di perdono rivolta alle vittime” e ribadisce l’esigenza di “attorniarle di particolare sollecitudine”. “Desideriamo imparare come affrontare delle sfide nuove, come assumerci le responsabilità per noi stessi e per gli altri, come amare ed essere al servizio”. La lettera si conclude con un appello alla fratellanza “alla quale con forza ci invita Papa Francesco”.