Nel momento del bisogno Prato riesce sempre a dare il meglio di sé. Lo sa bene l’Emporio della Solidarietà che nell’anno più difficile della nostra storia recente, quello segnato dalla pandemia, ha potuto contare su un vero e proprio “slancio di solidarietà” da parte dei pratesi e delle aziende del territorio. Nel 2020 il numero dei volontari che si sono offerti di dare una mano al supermercato per famiglie in difficoltà gestito dalla Caritas è aumentato del 40%, mentre la catena dei fornitori dei prodotti da distribuire ha generato un volume di donazioni di oltre 900mila euro in più rispetto all’anno precedente. Sono i dati che emergono dal bilancio sociale 2020 dell’Emporio presentato questa mattina nella sede di via del Seminario alla presenza del comitato promotore del progetto, composto da diocesi, comune, Provincia e Fondazione Cassa di risparmio di Prato.
“L’esperienza dell’Emporio ci ricorda quanto sia essenziale la collaborazione tra gli enti – ha osservato il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini –, i grandi progetti si fanno solo se tutti collaborano, altrimenti sono solo dei piccoli progetti. Questo bilancio ci dice anche che abbiamo un grande tesoro da custodire: quello del volontariato, a tutti coloro che hanno dato una mano va il nostro grazie”.
Nel periodo dell’emergenza sanitaria le famiglie che per la prima volta hanno chiesto di poter accedere al servizio sono state 480 rispetto alle 147 del 2019. C’è stato anche il ritorno di 25 nuclei familiari che avevano frequentato l’Emporio prima del 2015. In totale le tessere attivate lo scorso anno sono state 1.777 (erano 1.653 nel 2019) e contando una media di 3,5 componenti a famiglia possiamo dire che il supermercato solidale ha aiutato oltre 6.000 persone. Gli italiani rappresentano il 50% degli utenti (erano il 48,8%), mentre le nazionalità straniere più rappresentate sono quella albanese, marocchina e nigeriana. Il valore medio annuo dei punti erogati a ogni famiglia è stato di 1.017 euro, superiore del 13% rispetto al 2019. La prima motivazione per la richiesta di accesso al servizio riguarda la disoccupazione: circa il 70% delle persone che ne hanno usufruito lamentavano una mancanza di reddito da lavoro.
Sugli scaffali dell’Emporio si possono reperire anche prodotti per l’infanzia pensati per le mamme con figli fino a 18 mesi d’età segnalate dal Centro di aiuto alla vita. In tutto sono state 199 le tessere neonato attivate. La provenienza delle mamme vede al primo posto la Nigeria (32%), poi Marocco (19%) e Albania (14%). Le italiane sono in aumento e rappresentano l’11% del totale.
Nel 2020 sono stati distribuiti prodotti per un valore di 2 milioni e 600mila euro (+16%). Gli utenti hanno potuto “acquistare” con i punti Emporio: latticini, formaggi, pasta, riso, carne, pesce, pane, frutta e verdura, scatolame ma anche prodotti per l’igiene personale e la casa. Il supermercato solidale ha aperto le sue porte per 255 giorni.