Entro la fine dell’anno una delegazione di popoli e comunità indigene del Canada si recherà da Papa Francesco. A dare l’annuncio è la Conferenza episcopale canadese in un comunicato diffuso ieri in cui si precisa anche che da “oltre due anni”, “sia a livello locale che nazionale, e bilateralmente con le organizzazioni nazionali First Nations, Métis e Inuit”, i vescovi stanno lavorando alla realizzazione di questo incontro ma la pandemia globale causata dal Covid-19 ha purtroppo bloccato il progetto. Ha provocato un’ondata di indignazione la scoperta nel giardino di una “scuola per indigeni”, la Kamloops Indian Residential School, di una fossa comune con i resti di 215 bambini. È la testimonianza di una delle pagine più buie della storia canadese durante la quale, con la collaborazione spesso della Chiesa cattolica, i bambini delle comunità indigene venivano strappati ai genitori per avviarli ad una “educazione bianca”. Durante l’Angelus del 6 giugno, anche Papa Francesco ha espresso il suo orrore. “La recente scoperta dei resti di bambini in un luogo di sepoltura di un’ex scuola residenziale a Kamloops, nella Columbia Britannica – scrivono quindi i vescovi nel comunicato – ci ricorda una tragica eredità sentita ancora oggi. Con il forte incoraggiamento di Papa Francesco, i vescovi del Canada hanno preso un impegno vero e profondo per rinnovare e rafforzare le relazioni con i popoli indigeni in tutto il Paese”, mettendosi in ascolto delle loro storie e delle loro speranze per il futuro. All’incontro con il Papa, fanno sapere i vescovi, parteciperanno un gruppo eterogeneo di “anziani/custodi della conoscenza”, sopravvissuti alle scuole residenziali e giovani provenienti da tutto il Paese. L’evento vuole offrire a Papa Francesco “un’opportunità unica per ascoltare direttamente i popoli indigeni, esprimere la sua sentita vicinanza, affrontare l’impatto della colonizzazione e il coinvolgimento della Chiesa nelle scuole residenziali, in modo da rispondere alla sofferenza dei popoli indigeni e gli effetti in corso del trauma intergenerazionale”. Questo incontro “rappresenta un passo importante nel cammino di riconciliazione e di guarigione per i popoli indigeni e la Chiesa in Canada”. “È nostra speranza – concludono i vescovi – che questi prossimi incontri – e l’importante collaborazione e partnership che si è stabilita per realizzarli – portino a un futuro condiviso di pace e armonia tra i popoli indigeni e la Chiesa cattolica in Canada”.