Papa Francesco: a seminario marchigiano, “essere docili è un dono che dobbiamo chiedere”. “Castità è il contrario del possesso”

“Essere docili è un dono che dobbiamo chiedere: la docilità è una virtù che dobbiamo chiedere”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza la comunità del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI”. La docilità, ha proseguito Francesco, “è un atteggiamento costruttivo, della propria vocazione e della propria personalità. Senza docilità nessuno può crescere e maturare”. “La figura di San Giuseppe è il modello più bello al quale i vostri formatori sono chiamati a ispirarsi nel custodire e prendersi cura della vostra vocazione”, l’indicazione del Papa, che si è rivolto in particolare ai formatori, “primi responsabili della formazione di questi giovani”: “Siate per i vostri seminaristi ciò che Giuseppe è stato per Gesù! Essi possano apprendere più dalla vostra vita che dalle vostre parole, come avvenne nella casa di Nazaret, dove Gesù si formò alla scuola del ‘coraggio creativo’ di Giuseppe. Imparino la docilità dalla vostra obbedienza; la laboriosità dalla vostra dedizione; la generosità verso i poveri dalla testimonianza della vostra sobrietà e disponibilità; la paternità grazie al vostro affetto vivo e casto”. La castità, ha spiegato Francesco, “non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso. La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. Solo quando un amore è casto, è veramente amore. L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici”.

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