“La vita che si conserva finisce con l’essere un oggetto da museo con odore di naftalina, e questo non aiuta”. Ne è convinto il Papa, che nel videomessaggio – in spagnolo – inviato in occasione del XX di fondazione della “Federación latinoamericana de Colegios de la Compañía de Jesús” (Flacsi) traccia l’identikit dei Collegi: “Desidero che le scuole siano scuole accoglienti, ossia luoghi in cui si possano ricomporre ferite proprie e altrui; scuole dalle porte aperte reali e non solo di discorsi, dove i poveri possano entrare e dove si possa andare incontro ai poveri. Scuole che non si ripieghino in un elitarismo egoista, ma che imparino a convivere con tutti, dove si viva la fratellanza, sapendo che tutto è connesso e ricordando che la fratellanza non esprime, in primo luogo, un dovere morale, ma piuttosto l’identità obiettiva del genere umano e di tutta la creazione”. “Siamo creati in famiglia, come fratelli”, ricorda Francesco: “Desidero che le vostre scuole insegnino a discernere, a leggere i segni dei tempi, a leggere la propria vita come un dono di cui essere grati e da condividere. Che abbiano un atteggiamento critico sul modello di sviluppo, produzione e consumo che spingono vertiginosamente verso l’iniquità vergognosa che fa soffrire la grande maggioranza della popolazione mondiale”. “Il mio desiderio – conclude il Papa – è che le vostre scuole abbiano coscienza e creino coscienza. Che siano scuole di discepoli e missionari”.