“Difendo con le unghie e con i denti il Bambin Gesù e non vorrei fosse perso perché mi sta tanto a cuore. Soffro molto quando vedo andar così male gli ospedali cattolici. La riflessione è sul ritrovare lo spirito”. Lo ha detto Mariella Enoc, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durante la presentazione del libro tratto dal dialogo che la stessa Enoc ha avuto con padre Francesco Occhetta, intitolato “Il dono e il discernimento”. “Non ho scelto niente ma sono stata condotta da un filo rosso – ha detto -. Il Signore mi ha dato dei talenti. Fra questi doni è importante discernere. Non so perché sono stata chiamata a fare il presidente del Bambin Gesù. All’inizio non volevo poi ho ceduto. È stato un dono, straordinario ma in salita. Le difficoltà sono tante. È un ospedale complesso con un azionista complesso. Dentro c’è però una gioia che io non posso raccontare. Dentro alle giornate difficili c’è felicità”. Enoc ha ricordato come nella sua carriera abbia lavorato anche per multinazionali, “Dove – ha detto – ho sempre posto le mie condizioni agli azionisti. Su questo non ho mai fatto sconti. Mi ha permesso di essere in pace con me stessa. Un ospedale inoltre deve essere sostenibile, deve far rendere bene i propri talenti. Deve essere in grado di innovare altrimenti non cura e essere solidale. Per fare tutto questo i conti devono essere in ordine. L’ospedale Bambin Gesù ha una buona fama e le istituzioni italiane lo sostengono”. Per curare secondo la presidente occorre guardare in maniera olistica ogni persona. “L’empatia – ha concluso – non è solo un modo di essere ma è un essere un tutt’uno con chi soffre e mettere insieme le umanità. L’ho sperimentato tante volte”.