“Nel nostro Paese, il Ssn ha mostrato tutti i suoi limiti, vittima della violenza della pandemia, ma anche delle scelte del passato che hanno sacrificato la sanità in nome dei risparmi di spesa”. Lo ha detto questa mattina Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane e professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, intervenuto alla presentazione da remoto del dal “Rapporto Osservasalute 2020. Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle Regioni italiane”. “Ci vogliono più risorse e innovazione”, avverte l’esperto, secondo il quale “la fragilità del sistema apparsa in tutta la sua drammaticità” dimostra che “si deve tornare a investire nella ricerca, perché l’innovazione tecnologica porta esternalità positive in tutti i settori, anche nell’economia”. Positivo l’aumento delle risorse economiche a disposizione del Ssn. Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per il 2021 cui concorre lo Stato è stato infatti portato a 121 miliardi di euro. La legge di bilancio 2021 ha stabilito che tale finanziamento sarà incrementato di 823 milioni per l’anno 2022, di 527 milioni per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. e di 418 milioni annui a decorrere dal 2026.
Per il direttore scientifico dell’Osservatorio Alessandro Solipaca, conclusa l’emergenza “si dovranno analizzare i motivi della disomogeneità tra le performance delle regioni nella gestione della pandemia, tentando di trarne insegnamenti utili per migliorare il nostro Ssn”, ma “un altro monito per il futuro” nasce dalla contrapposizione scienziati-politici che “ha limitato l’efficacia delle azioni di contrasto” disorientando i cittadini che, “spesso non collaborativi con le misure suggerite dagli esperti, hanno contribuito ad una maggiore diffusione del virus”. Concordi i due esperti sull’importanza dell’assistenza sul territorio come “prima linea di difesa del Ssn”, riconosciuta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.