“Il disagio sociale non si esprime solo nella povertà di reddito, ma anche in dimensioni fondamentali per lo sviluppo umano. L’Argentina ha un 41,9% di povertà multidimensionale”. Lo ha detto Agustín Salvia, direttore dell’Osservatorio del divario sociale dell’Università Cattolica Argentina (Odsa-Uca), alla presentazione del rapporto “Un volto dietro ogni numero. Radiografia della povertà in Argentina”, promosso da Caritas Argentina e Odsa-Uca in vista ella Colletta nazionale del 12 e del 13 giugno. Ciò significa che 4 argentini su dieci vivono più di una dimensione di povertà, non solo quella economica. “E quando approfondiamo, vediamo che c’è un problema molto più serio: la povertà multidimensionale è strutturale. L’Argentina povera porta con sé un’Argentina disuguale”. L’esperto ha aggiunto: “Oggi abbiamo il 10% di persone in situazione di indigenza, se non ci fossero stati programmi come Ife e Alimentar, la percentuale sarebbe raddoppiata, quasi triplicata se non ci fossero programmi pre-Covid. Secondo il direttore dell’Odsa-Uca, per invertire questa situazione “dobbiamo generare più lavoro, attraverso investimenti pubblici e investimenti privati, soprattutto da piccole e medie imprese, che hanno bisogno di avere un orizzonte di certezza”.
Solange Rodríguez Espínola, coordinatrice del Programma di sviluppo umano Odsa-Uca, ha messo in guardia, a sua volta, sulle conseguenze psicologiche della situazione sociale: “Si osserva che il 24% della popolazione presenta sintomi di ansia e depressione. In quelle famiglie con insicurezza alimentare, i livelli di disagio psicologico sono aumentati. Maggiore è la precarietà educativa ed economica, più aumentano i sintomi ansiosi e depressivi”.