“La carità richiede che i Pastori ricorrano al sistema penale tutte le volte che occorra, tenendo presenti i tre fini che lo rendono necessario nella comunità ecclesiale, e cioè il ripristino delle esigenze della giustizia, l’emendamento del reo e la riparazione degli scandali”. Lo scrive Papa Francesco nella costituzione apostolica “Pascite gregem Dei” con cui viene riformato il libro sesto del Codice di diritto canonico.
Sottolineando che “la sanzione canonica ha anche una funzione riparatoria e salvifica e cerca soprattutto il bene del fedele”, il Papa evidenzia altresì che “nel rispetto della continuità con i lineamenti generali del sistema canonico, che segue una tradizione della Chiesa consolidata nel tempo, il nuovo testo introduce modifiche di vario genere al diritto vigente e sanziona alcune nuove figure delittuose, che rispondono alla sempre più diffusa esigenza nelle varie comunità di veder ristabilita la giustizia e l’ordine che il delitto ha infranto”. I miglioramenti del testo riguardano il punto di vista “tecnico”, “soprattutto per quanto concerne aspetti fondamentali del diritto penale, quali ad esempio il diritto di difesa, la prescrizione dell’azione penale, una più precisa determinazione delle pene, che risponde alle esigenze della legalità penale”. Inoltre, offre agli ordinari e ai giudici “criteri oggettivi nella individuazione della sanzione più appropriata da applicare nel caso concreto”. “È stato pure seguito nella revisione il principio di ridurre i casi nei quali l’imposizione di una sanzione è lasciata alla discrezione dell’autorità, così da favorire nell’applicazione delle pene l’unità ecclesiale, specie per delitti che maggiore danno e scandalo provocano nella comunità”. La revisione del libro sesto del Codice di diritto canonico sarà promulgata con la pubblicazione su L’Osservatore Romano ed entrerà in vigore dall’8 dicembre 2021.