Porto Rico: vescovi su femminicidi, “grido di dolore si alza al cielo, vogliamo collaborare nella ricerca di soluzioni”

“Fa molto male vedere le lacrime sgorgare dal nostro popolo per gli omicidi commessi ancora una volta contro le donne – e contro un bambino nel grembo materno – e particolarmente per modo vile e atroce in cui si sono verificati gli eventi. Il loro grido di dolore si alza fino al cielo, ci deve scuotere e pretende da parte nostra, come credenti, l’abbraccio, la denuncia di ogni attentato contro il sacro dono della vita, e l’impegno più deciso per aiutare a superare questa situazione insieme al nostro popolo”. Lo scrivono i vescovi della Conferenza episcopale di Porto Rico (Cep), di fronte all’aumento di femminicidi nell’isola. Due i casi nell’ultima settimana, che hanno visto la morte di Andrea Ruiz y de Keishla Rodríguez. Nel 2020 i femminicidi sarebbero stati 60. Il governatore dell’isola, Pedro Pierluisi, ha lanciato ripetuti appelli, parlando di “stato d’emergenza per la violenza di genere”. Per combattere questa piaga è stato creato un fondo di 7 milioni di dollari. Tra le prese di posizione di questi giorni, anche quella del celebre cantante portoricano Ricky Martin.
Scrivono ancora i vescovi: “Ancora una volta, come pastori, ci sentiamo spinti a metterci nei panni di ogni persona aggredita, promuovendo dialoghi personali e di gruppo a tutti i livelli nelle nostre comunità, per arrivare ad ascoltare e a condividere quello che ci portiamo dentro l’anima e ciò che gli altri vivono e sentono, non solo le vittime, ma anche i familiari e gli amici di coloro che sono accusati dei crimini”. Prosegue il messaggio: “Vogliamo collaborare nella ricerca di soluzioni, a partire dalle stesse famiglie, gruppi, associazioni e comunità ecclesiali, cercando di individuare le tendenze e i modelli culturali che si sono deteriorati, modelli che magari abbiamo assunto, consapevolmente o inconsciamente. Questo porta a vedere falsamente le altre persone come, se fossero proprietà personale”. Per questo, la Chiesa portoricana intende approfondire questa situazione “con ogni operatore pastorale, catechista, educatore, leader di movimento, con coloro che hanno ministerialità laicali e ordinate, con i giovani e specialmente nell’ambito della pastorale pre-matrimoniale e familiare”. Inoltre, “convocheremo professionisti disponibili chiedendo loro appoggio e consiglio, accompagnamento e ascolto, per generare spazi di accoglienza e rifugio”, anche attraverso percorsi di “accompagnamento diretto”.

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