Domani, domenica 9 maggio, nel rispetto delle regole sanitarie, pellegrini, partiti da Acerra, si recheranno a Pompei per chiedere alla Madonna “la custodia del creato, della salute e dell’ambiente” e “la liberazione dalla pandemia”. I fedeli raggiungeranno il piazzale antistante la basilica di Pompei alle 7,30 del mattino per poi recitare una preghiera in chiesa all’altare maggiore e recarsi successivamente nel piazzale Giovanni XXIII, dove alle ore 9 il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, presiederà la Celebrazione eucaristica.
L’antico pellegrinaggio, organizzato dalla Società cattolica agricola del Sacro Cuore, giunge quest’anno alla 115ª edizione. Da più di un secolo, infatti, il secondo sabato di maggio migliaia fedeli raggiungono a piedi da Acerra, camminando tutta la notte, la cittadella mariana, per poi pregare davanti alla Vergine del Rosario di Pompei.
Le prescrizioni anti Covid impediscono nel 2021 il tradizionale cammino a piedi, ma rimane il valore simbolico del pellegrinaggio: la devozione alla Madonna si coniuga con la custodia del creato e il ringraziamento per i frutti della terra. Fin dal 1906, infatti, i padri fondatori della Società agricola, laici “apostoli” degli agricoltori di Acerra, si recavano a Pompei per ringraziare il Cielo e chiedere di non lasciarsi sviare da “lauti miraggi”.
Un tema oggi di grande attualità, spiega il vescovo Di Donna, il quale da diversi anni accoglie i pellegrini in basilica per la celebrazione della messa del mattino. Per il presule, da gennaio presidente della Conferenza episcopale campana, ogni anno “venendo a Pompei prendiamo sempre più coscienza delle ferite alla nostra Madre Terra e chiediamo perdono a Dio per non aver valorizzato i nostri fertili campi”. Ma, esorta il vescovo, “non tutto è perduto se sapremo cogliere ancora una volta un’altra possibilità che il Padre ci offre”. Particolarmente “in questo anno segnato dalla pandemia e nel 130° anniversario della prima enciclica sociale, la Rerum novarum di Leone XIII, alla quale i padri fondatori agli inizi del ‘900 ispirarono il loro apostolato tra i contadini”, chiarisce mons. Di Donna, che aggiunge: “Oggi, più di 100 anni dopo, ci accompagna un altro profetico documento, l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, sempre più al centro del nostro impegno”, anche “alla luce del convegno nazionale sulla custodia del creato, la salute e l’ambiente, celebrato proprio ad Acerra dalla Chiesa italiana il mese scorso”. Il presule quindi conclude: “A distanza di un secolo, è sempre più urgente recuperare attraverso l’intercessione della Beata Vergine del Rosario l’intreccio fecondo tra devozione alla Madonna e il lavoro della terra, per ritessere il legame con il Creatore ed il creato”.
L’auspicio del vescovo è perciò che “l’educazione alla custodia del creato, insieme con quella alla giustizia e alla pace, entri nel tessuto ordinario delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, nella preghiera anzitutto, nella predicazione, nei cammini di fede ordinari, a partire dal catechismo dei ragazzi”.