Rosario Livatino: don Grimaldi (cappellani carceri), “sua beatificazione invito a costruire insieme un sogno e a tracciare una strada” per edificare una società più giusta

La beatificazione di Livatino “ha la forza di un messaggio forte di incoraggiamento ai giovani, costruttori di un nuovo futuro, capaci di scelte coraggiose che aiutano a rifiutare compromessi e scorciatoie. L’esempio del giudice Livatino, fermo nelle sue idee e nella sua testimonianza cristiana, è un invito ai giovani a non aver paura di rischiare, di sporcarsi le loro fragili mani e di lavorare per un mondo nuovo, rinnovato anche dalla giustizia”. Lo sostiene don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane, in un messaggio in occasione della beatificazione, domenica 9 maggio, nella cattedrale di Agrigento, del giudice Rosario Livatino.
“La figura del giovane giurista è anche conforto e guida illuminata per i giudici che devono decidere su questioni difficili”, prosegue il sacerdote. Nelle parole di Livatino “cariche di profonda umanità c’è un vero indirizzo nell’amministrare la giustizia con l’invito a non trasforme la giustizia in vendetta, bensì di essere un’occasione per rieducare e rialzare coloro che hanno commesso reati”.
Il messaggio di Livatino, osserva don Grimaldi, è anche un incoraggiamento al mondo della politica e delle istituzioni chiamato “a svolgere funzioni per la tutela dei cittadini, spesso minacciati da estorsori senza scrupoli che incutono paura e sottomissione e che, con la minaccia, bloccano la crescita del nostro Paese”.
Secondo l’ispettore generale, “in questo tempo di crisi planetaria la testimonianza di Livatino – uomo di giustizia e uomo di fede – è una riflessione che invita a non accettare compromessi, ma a difendere l’onestà e a promuovere la giustizia in tutti gli ambiti; a fare scelte giuste e coraggiose”, come hanno fatto anche “don Giuseppe Puglisi e don Giuseppe Diana che non si sono piegati alla sopraffazione di uomini violenti. La solenne celebrazione per la beatificazione del giudice, che si svolgerà nella cattedrale di Agrigento vuole rilanciare, proprio il 9 maggio, il monito di San Giovanni Paolo II contro la mafia: ‘Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!’ che pronunciò nel 1993 durante la messa nella Valle dei Templi’”.
Don Grimaldi conclude: “È il sogno di Dio, della sua Chiesa e dell’intera società, perché il mondo si converta alla pace, alla solidarietà, alla giustizia. La beatificazione di Livatino sia un invito a costruire insieme un sogno e a tracciare una strada con l’impegno di tutti, affinché si possa edificare quella civiltà dell’amore perché nessuno si salva da solo, come afferma il Pontefice”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia