“Vergognoso, disumano e inaccettabile prendere di mira strutture educative e infrastrutture civili”: è la dura condanna di Save the Children dopo gli ultimi attacchi contro le scuole e i minori nella Siria nord-occidentale, nonostante un cessate il fuoco concordato più di un anno fa. Dall’inizio del 2020 ci sono stati finora 37 attacchi a strutture educative, nove di questi hanno avuto luogo dopo l’annuncio del cessate il fuoco nel marzo 2020, nei quali hanno perso la vita almeno quattro bambini e quattro membri del personale delle scuole, ma il numero effettivo di morti è probabilmente più alto. Le strutture scolastiche sono state distrutte e danneggiate e l’istruzione di molti bambini è stata interrotta. L’organizzazione chiede “a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto internazionale umanitario e di garantire la sicurezza e la protezione dei bambini”. Sebbene si sia registrato un calo del numero di attacchi rispetto al 2019 – quando si sono verificate 80 violazioni di questo tipo – Save the Children avverte che l’istruzione rimane minacciata a causa delle continue violenze. I nuovi dati mostrano che gli attacchi, principalmente aerei e bombardamenti di artiglieria, hanno interrotto l’apprendimento. Almeno tre attacchi hanno danneggiato o distrutto gli edifici scolastici, lasciando i bambini senza un posto dove andare per la loro istruzione. “È straziante – afferma Sonia Khush, direttrice della risposta di Save the Children in Siria – vedere che i bambini continuano a essere vittime del conflitto siriano e ne pagano il prezzo più alto. Le scuole dovrebbero essere oasi sicure per i bambini e non zone di guerra. Si tratta di gravi violazioni commesse contro individui innocenti che dovrebbero cessare immediatamente”.