“A tutti gli uomini e le donne del mondo chiedo di impiegare bene i doni che il Signore ci ha affidato per conservare e rendere ancora più bella la sua creazione”. Lo scrive il Papa, nella parte finale del Messaggio per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata domenica 26 settembre 2021, sul tema: “Verso un noi sempre più grande”. “Il Signore ci chiederà conto del nostro operato!”, esclama Francesco: “Ma perché alla nostra casa comune sia assicurata la giusta cura, dobbiamo costituirci in un noi sempre più grande, sempre più corresponsabile, nella forte convinzione che ogni bene fatto al mondo è fatto alle generazioni presenti e a quelle future. Si tratta di un impegno personale e collettivo, che si fa carico di tutti i fratelli e le sorelle che continueranno a soffrire mentre cerchiamo di realizzare uno sviluppo più sostenibile, equilibrato e inclusivo. Un impegno che non fa distinzione tra autoctoni e stranieri, tra residenti e ospiti, perché si tratta di un tesoro comune, dalla cui cura come pure dai cui benefici nessuno dev’essere escluso”. “Siamo chiamati a sognare insieme”, conclude il Papa citando ancora una volta la profezia di Gioele: “Non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra casa comune, tutti sorelle e fratelli”.