Inaugurata oggi la nuova Neonatologia dell’Ospedale centrale di Beira, in Mozambico. Una struttura di 600 metri quadrati, dei quali 400 profondamente ristrutturati e 200 di ampliamento, per ospitare un totale di 17 culle, 22 letti, 3 ambulatori dedicati alla neonatologia, sala allattamento, farmacia, lavanderia, uffici, nuovi bagni e area per il personale. È un grande traguardo che si raggiunge dopo che la Neonatologia, insieme a parte dell’Ospedale centrale, era stata distrutta dalla terribile furia del ciclone Idai. La nuova terapia intensiva neonatale è stata dotata anche di un nuovo impianto di erogazione di ossigeno.
“L’inaugurazione della nuova Neonatologia dell’Ospedale centrale di Beira, città con 600.000 abitanti, ospedale di 800 posti letto, è un grande segno di ricostruzione: è il senso profondo e ultimo della nostra presenza in Africa e con l’Africa, il ricostruire tenacemente, pazientemente, ostinatamente. Ricostruire è il verbo che l’Africa ci insegna. È faticoso e laborioso, senza nessuno sconto, ma diventa profondamente vero oggi più che mai, nel nostro continente, nel nostro paese, è importante ricostruire, lasciare perdere le lamentele, le occasioni di disappunto e di scontento e concentrare energie e risorse nel ricominciare”, dice don Dante Carraro, direttore di medici con l’Africa Cuamm, presente all’inaugurazione. “È una lezione importante che ci viene da Beira, dal Mozambico oggi. Senza lasciarci intimorire nemmeno dalla pandemia. Le regole vanno rispettate, le misure di protezione vanno adottate, ogni giorno, però la ricostruzione di Beira è riuscita, dentro e durante l’epidemia del Covid-19, nel rispetto delle regole, si è portata avanti e terminata. È un segno di tenacia. Ringrazio la direzione dell’Ospedale e tutte le autorità locali, senza le quali nulla sarebbe stato possibile, insieme all’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo e ai tanti donatori che ci hanno sostenuto”, aggiunge don Carraro.
Dopo il ciclone, Medici con l’Africa Cuamm si è immediatamente attivata per fronteggiare l’emergenza, su più fronti di intervento, tra i quali anche quello di ricostruire e ampliare la Neonatologia, ripristinando i servizi. Un impegno che oggi si concretizza grazie ai tantissimi che hanno reso possibile questa ricostruzione, tra cui Aics, diocesi di Padova, Regione autonoma Trentino Alto.
“Il Covid-19 è diffuso anche in Mozambico, a causa della variante sudafricana, molto vicina, anche qui fa paura – riprende don Carraro -. Pur essendo una città calda, tutti indossano le mascherine, mantengono le distanze, sono molto attenti e scrupolosi. Il Covid-19 fa paura, ma va affrontato, con la stessa determinazione e urgenza del nostro mondo, va adottata la vaccinazione, ecco il nostro impegno con ‘Un vaccino per noi’, anche qui va fatto, perché è giusto farlo, è giusta la solidarietà, ma anche è doveroso farlo per ridurre la possibilità dell’insorgere di nuove varianti”. Infatti, “solidarietà e sicurezza camminano e devono camminare insieme”.
Ora le cure per i più piccoli sono assicurate. Davanti a noi c’è la grande sfida del Covid-19 e delle vaccinazioni anche in Mozambico.