“Il Santo Padre, dal primo viaggio a Lampedusa, non è mai sceso dalla barca: ha continuato a navigare e viaggiare con tutte queste persone, e spesso, quando le circostanze lo rendono possibile, esprime tutta la sua vicinanza a queste persone”. Così padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha descritto l’impegno del suo dicastero, sulla scorta del mandato del Papa, per scongiurare le tragedie nel Mediterraneo e sulle altre rotte dei migranti in fuga per un destino migliore. “Fare in modo che nessuna delle vittime di queste rotte venga dimenticata”, l’obiettivo del dicastero, il cui lavoro – ha spiegato Baggio rispondendo alle domande dei giornalisti – “è molto più profondo del portare alla luce gli eventi: dobbiamo accompagnare, e questo vuol dire seguire tutti i processi che hanno inizio dai Paesi d’ origine, dai trascorsi nei Paesi di transito per poi arrivare in mare verso nuovi Paesi e avere epiloghi che purtroppo sono drammatici”. “Le comunità locali devono sentirsi interpellate in prima persona”, ha proseguito il relatore: “a sentirsi cittadini di una stessa parrocchia, tutti uniti in questo ‘noi’ che è unità per tutti i battezzati. La Chiesa in uscita è una realtà già presente nelle nostre comunità: io li chiamo eroi che vanno nelle periferie esistenziali per rendere concreta e manifesta la vicinanza del Signore. Essere presenti e accompagnare gli altri è quello che determina la più grande testimonianza missionaria: è il punto di partenza per poi spiegare tutto il resto della nostra fede”. Tra le priorità del dicastero, anche l’esodo di massa in Venezuela, che negli ultimi anni ha coinvolto circa 5,6 milioni di persone, e i numeri continuano ad aumentare: “Il modo in cui il Santo Padre ci ha chiesto di agire – ha rivelato Baggio – è quello di accompagnare le chiese locali, rendendo il più facile possibile il lavoro che stanno compiendo”. In Venezuela, ad esempio, è in atto uno specifico programma che ha coinvolto prima le 10 Conferenze episcopali locali e poi, attraverso il Celam, tutti i Paesi latino americani.