Il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) esprime il suo sostegno alla Chiesa colombiana nel suo “coraggioso intento di essere artigiani della pace, della speranza e della riconciliazione, aprendo canali per il dialogo sociale e la costruzione di consensi che mirano al bene comune”. Lo si legge in una nota dell’organismo ecclesiale continentale, firmata dal presidente, mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo (Perù), e dal segretario generale, mons. Jorge Eduardo Lozano, vescovo di San Juan de Cuyo (Argentina). Le proteste di questi giorni, a causa di vandalismi ed eccessi nelle repressioni, hanno causato finora 33 vittime, oltre a centinaia di feriti, mentre le vittime per il Covid-19 oscillano ogni giorno tra le 400 e le 500. Il Celam conferma la condanna della violenza, “da qualunque parte essa provenga”, già espressa dai vescovi colombiani. E, al tempo stesso, esprime la preoccupazione dei vescovi latinoamericani per “la violazione dei diritti umani, atti vandalici, sparizioni di persone e attacchi contro l’integrità fisica, che già provocano decine di morti e centinaia di feriti”. Prosegue il comunicato: “Facciamo nostro il dolore del popolo colombiano, che ha compiuto tanti sforzi per raggiungere la riconciliazione e la pace nazionale”. Di fronte alla “spirale di violenza e al circolo di morte che si sta promuovendo”, il Celam riconosce che la maggior parte dei cittadini si è avvalsa della protesta pacifica come “valida alternativa per ottenere una risposta ai bisogni e alle richieste sociali”. Cresce, però, la preoccupazione della Chiesa “per l’impatto dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19, a cui si aggiungono i blocchi alla mobilità, l’insicurezza nelle città, le carenze alimentari e i danni sensibili causati alle infrastrutture e ai beni pubblici e privati”.