Si intitola “Rosario Livatino. Agende non scritte” la biografia scritta da mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro e presidente della Conferenza episcopale calabra che Rubbettino lancia in libreria in occasione della beatificazione del “giudice ragazzino”, prevista per il prossimo 9 maggio ad Agrigento. Bertolone, anch’egli agrigentino come Livatino, ripercorre le tappe della vita del martire pubblicando ampi stralci delle agende che il giudice riempiva di appunti. Dal libro, emerge la vita di un uomo con le aspirazioni e i sentimenti di ogni giovane di quella età ma capace di una fede granitica che lo porterà a non indietreggiare rispetto alla difesa dei principi della giustizia e della vita. “Compiendo il proprio quotidiano, intransigente e puntuale lavoro professionale – scrive Bertolone nel libro – il giudice Livatino aveva colmato la misura sopportabile da parte mafiosa. Così comportandosi, il giudice stava di fatto mostrando nella professione la sua appartenenza al Cristo-nostra speranza, ovvero stava praticando il modo cristiano di correlare azione giudiziaria e coerenza etica e dottrinale cristiana. Così facendo, cioè col suo rigore professionale ispirato dalla fede cristiana, il ‘giusto’ Livatino finiva per interferire con gli interessi di controllo territoriale e con gli affari provenienti ai mafiosi dalle azioni criminali con ritorni economici e, per diversi di essi, dal commercio illecito di cocaina lungo la linea Sud-Nord Italia, fino alla Mitteleuropa”. In uno dei capitoli, Bertolone chiarisce perché il sacrificio di Livatino vada inteso come martirio e si distingua dunque da quello di altri uomini che hanno eroicamente offerto la loro vita per amore della giustizia.