Dopo diversi mesi di trasloco, prolungati dalla pandemia di Covid-19 (con relativo smartworking), la Rete ecclesiale panamazonica (Repam) ha inaugurato la sua nuova sede, a Manaus. La segretaria esecutiva, che fino al 2020 aveva sede a Quito (Ecuador), + composta da fratel João Gutemberg Sampaio, segretario esecutivo dell’organismo, dal vicesegretario Rodrigo Fadul, da Lidiane Cristo, Diego Aguiar e padre Julio Caldeira, missionario della Consolata.
Il nuovo spazio è stato benedetto venerdì scorso dall’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Steiner. L’inaugurazione è stata anche un’occasione per ricordare il cammino percorso dal 2014. In un messaggio il presidente della Repam, il card. Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo (Perù), fa notare che il fatto di essere a Manaus “apre la possibilità di guardare con speranza al futuro prossimo, non solo della Repam, ma anche della Ceama (Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia), dell’Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, e della preparazione del Sinodo sulla sinodalità, che avrà luogo nel 2023”.
La Repam è diventata adulta, il messaggio risuonato durante la cerimonia. Dom Steiner ha ripercorso le motivazioni che hanno dato vita alla Repam e ha riflettuto sulla necessità di fare rete per affrontare “ciò che il Governo sta facendo in relazione ai popoli indigeni, in relazione all’ambiente”. Ha insistito che “il nostro compito è anche educativo, nel senso che siamo chiamati a un risveglio”. Per questo ha lanciato un appello, dicendo: “Lavoriamo insieme e cerchiamo sempre il meglio”. Il presule ha sottolineato anche l’importanza del fatto che, stando a Manaus, la Repam, sarà collegata all’Istituto di teologia, pastorale e istruzione superiore dell’Amazzonia (Itepes).