“Giovani presi di mira, uccisioni indiscriminate di civili, diffuse violenze sessuali, rapimenti di suore, sono tutte manifestazioni del genocidio in corso ai danni del gruppo etnico della regione etiopica settentrionale del Tigray”. Lo riferisce ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) una fonte vicina alla Chiesa locale, coperta da anonimato per ragioni di sicurezza. I militari provenienti dalla vicina Eritrea, presenti sul territorio per sostenere le truppe federali etiopiche, continuano a massacrare civili. Secondo la fonte di Acs “si tratta chiaramente di genocidio ai danni della popolazione del Tigray. Non si tratta solo di combattimenti: stanno uccidendo chiunque, e ciò è un segno di genocidio. Molte gente scappa dal Tigray verso il Sudan e alcuni di loro, in particolare i giovani, fuggono perché vengono presi di mira. I giovani vengono uccisi, le nostre donne sono oggetto di abusi sessuali, e anche questo è segno di genocidio”. Secondo la fonte di Acs “gli abusi sessuali ai danni delle donne del Tigray, suore incluse, stanno dilagando. Responsabili sono le truppe provenienti dalla vicina Eritrea”: “le nostre sorelle sono state rapite. Abbiamo dovuto portare in ospedale alcune di loro, sono state sequestrate anche delle suore. Le donne e le ragazze stanno sperimentando un diverso tipo di abusi, mai sentiti prima, cose davvero terribili”. Il conflitto è esploso in quest’area del nord Etiopia lo scorso novembre dopo l’invio, da parte del primo ministro etiope Abiy Ahmed, di truppe federali supportate da quelle eritree allo scopo di combattere il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), accusato di aver organizzato elezioni illegittime. La fonte di Acs racconta che “quasi il 90% della popolazione del Tigray è sfollato. Questa guerra ha determinato un’immane crisi umanitaria”. Perciò c’è un disperato bisogno di aiuto internazionale. Acs nel Tigray fornisce aiuti di emergenza per suore e religiosi e sostegno ai sacerdoti tramite le offerte per messe. Dal 2019, in Etiopia, ha realizzato quasi 100 progetti, fra i quali la costruzione di cappelle e monasteri, la formazione di catechisti e il sostegno ai trasporti per finalità pastorali.