“Politica ed economia”, “Cultura ed educazione”, “Tecnologia e sostenibilità”: su questi tre binomi offre alcune indicazioni il Coordinamento di Etica Civile, nel documento “Oltre il futuro reciso: l’ora di un mondo abitabile”. Alla stesura del testo, realizzato in vista della Settimana Sociale di Taranto e presentato stasera on line, hanno collaborato Azione Cattolica, Aggiornamenti Sociali, Centro Bruno Longo, Focsiv, Fondazione Lanza, Fuci, Incontri, Istituto di formazione politica Pedro Arrupe, Meic, Movimento eucaristico giovanile, Opera per la Gioventù Giorgio La Pira.
Nella consapevolezza che “non ci sono soluzioni semplici; gli slogan non bastano per misurarsi con la complessità interconnessa di questo tempo difficile”, attorno a queste “tre coppie di parole, tra loro strettamente collegate” si raccolgono “alcune prospettive determinanti per la vita associata”. La prospettiva è “quella di un’ecologia integrale, di un umanesimo ecologico della responsabilità e della cura. Attorno ad esse è possibile ripensare la vita civile recuperando ad essa anche la dimensione della comunità, che l’attenuarsi dei legami indotto dalla pandemia ha depotenziato”.
Innanzitutto, “va rimessa invece al centro la bellezza di una politica da ricondurre al suo senso autentico, di azione condivisa per la cura del bene comune”, “forma pratica di sapere che legge le cose nelle loro relazioni, per operare nella complessità di una trama di connessioni; che sa cogliere nodi e possibili conflitti, per ricondurli a forme lungimiranti di convergenza”. Di qui la necessità pure di “coltivare la capacità di pensare su scala ampia, almeno europea, mantenendo lo sguardo sulle grandi sfide del futuro, come quelle che il mutamento climatico porta con sé. La politica deve farlo mantenendo al contempo un’attenzione concretissima ai territori, ai “nuovi fragili” che li abitano, a giovani e donne espropriati della speranza”. Sarebbe “un segnale importante un loro coinvolgimento nell’ampio dibattito” che è necessario in vista della progettazione e della realizzazione del Pnrr. La sfida è quella di una sapiente “governance glocale”, “capace di interazione costruttiva con l’economia”.
La pandemia ha anche evidenziato “il fallimento di un modello economico neoliberista, così spesso generatore di diseguaglianza, centrato su una figura di ‘homo oeconomicus’ interessato solo alla propria soddisfazione; è anche il fallimento di una forma di globalizzazione che devasta il capitale ambientale e quello sociale”. Allora, “il valore dell’economia va ritrovato nella sua rilevanza per la vita pubblica, esplorando paradigmi attenti alla dimensione civile, territoriale, circolare e relazionale”. “Abbiamo bisogno di una realtà che generi benessere, opportunità di lavoro e vita buona per le persone, che contribuisca positivamente alla vita sociale e alla qualità ambientale. Sarebbe un segnale importante in tal senso l’eliminazione dei numerosi sussidi ambientalmente nocivi ancora presenti in legislazione”, osserva il Coordinamento di Etica Civile.