“La pandemia ha messo in luce la fragilità di uno stile di vita che minaccia il futuro”. Parte da questa considerazione il documento “Oltre il futuro reciso: l’ora di un mondo abitabile” del Coordinamento di Etica Civile – hanno collaborato al percorso di stesura Azione Cattolica, Aggiornamenti Sociali, Centro Bruno Longo, Focsiv, Fondazione Lanza, Fuci, Incontri, Istituto di formazione politica Pedro Arrupe, Meic, Movimento eucaristico giovanile, Opera per la Gioventù Giorgio La Pira -, un testo di riflessione, proposta e speranza su questo tempo attraversato dalla pandemia in vista della Settimana Sociale di Taranto, presentato stasera on line. Secondo il Coordinamento di Etica Civile, “le sfide della sostenibilità ambientale sono segni dei tempi, su cui le nuove generazioni interpellano e chiedono parole e pratiche credibili”.
Oggi viviamo “un tempo in cui il futuro sembra reciso”. È “la condizione di una polis – una realtà globale e nazionale – sempre più provata da una drammatica crisi socio-ambientale che questa lunga pandemia ha esacerbato. Crescono le diseguaglianze (territoriali, di genere, tra generazioni), mentre l’esercizio di tanti diritti diventa sempre più difficile, se non impossibile”. C’è “una paura diffusa, che spezza la solidarietà e crea sfiducia, persino dinanzi ai vaccini: il tessuto sociale ed ecclesiale si frammenta ed interroga un’etica civile”. Tale dinamica si dispiega in particolare “lungo due direzioni: la povertà di prospettive dei giovani e segnatamente delle giovani donne” e “il grido altrettanto forte di chi soffre il degrado dell’ambiente, che ha nel mutamento climatico il segno più evidente”. Persino “l’azione civile sembra impotente di fronte a processi destrutturanti. Emerge una fragilità, personale, sociale e culturale, che svela l’inadeguatezza di tanti paradigmi con cui abbiamo interpretato e costruito il vissuto civile”. Eppure, come Coordinamento di Etica Civile, “vorremmo coltivare parole resilienti, parole di speranza, come quelle che Papa Francesco dona in Laudato si’ e in Fratelli Tutti, testimoniando che cambiare è necessario, ma anche possibile”. In questo panorama “la fede cristiana porta un sostegno a tale esigente cammino di responsabilità: guardare al Creatore è anche confidare in possibilità di un futuro buono, persino quando il presente sembra chiuso”. Di qui la sfida “a cercare nuovi paradigmi, a trasformare le difficoltà del presente in opportunità nuove, a ricercare un’umanità che anche nella fragilità presente sappia costruire comunità portatrici di esperienze innovative per un mondo più abitabile”. Necessario anche “ripensare il nostro tempo, a comprenderlo in modo differente, a riprogettare le forme della vita sociale, anche valorizzando le opportunità offerte da questa fase” (Green Deal, Next Generation Ee, Pnrr), ridisegnando “il rapporto con la terra, cogliendo la fitta rete di connessioni che ci lega ad essa, per orientare alla sostenibilità la transizione che desideriamo”.