49ª Settimana sociale: Coordinamento Etica Civile, “cultura è conoscenza capace di interpretare il proprio tempo”. “Investire in ambito educativo”

“I mondi della politica e dell’economia non sono chiusi in se stessi, ma si collocano sempre in uno spazio denso di fattori sociali, civili, comunitari e culturali. C’è bisogno di cultura perché essi possano collaborare positivamente alla vita civile”. È quanto si legge nel documento “Oltre il futuro reciso: l’ora di un mondo abitabile”, elaborato dal Coordinamento di Etica Civile, in vista della Settimana Sociale di Taranto. Alla stesura del testo, presentato stasera on line, hanno collaborato Azione Cattolica, Aggiornamenti Sociali, Centro Bruno Longo, Focsiv, Fondazione Lanza, Fuci, Incontri, Istituto di formazione politica Pedro Arrupe, Meic, Movimento eucaristico giovanile, Opera per la Gioventù Giorgio La Pira.
“La cultura non è accumulo di saperi, ma conoscenza capace di interpretare efficacemente il proprio tempo per trasformarlo; non è frammentazione di discipline separate, ma coltivazione unitaria dell’umano nella sua complessità articolata, nelle sue fragilità e nelle sue potenzialità, nelle sue interrelazioni con i sistemi naturali; non è sapere per pochi, ma realtà da diffondere e coltivare in tutta la sua ricchezza. Cultura è contrasto della diseguaglianza; è promozione della legalità, dei diritti, del bene comune; è cura dell’ambiente; è lotta alla discriminazione di genere”, viene sottolineato nel documento.
“Abbiamo bisogno, insomma, di ‘teste ben fatte’ per disegnare una forte sfida educativa”. E “l’educazione è un dovere impegnativo per una comunità civile e un diritto fondamentale per tutti ed in particolare per le giovani generazioni; in questo tempo di pandemia sono tali soggetti a pagare i prezzi più pesanti, che aggravano anche i divari tra i territori”. Per questo, osserva il Coordinamento di Etica Civile, “occorre investire potentemente sull’ambito educativo, perché sempre meglio possa garantire una formazione orientata alla sostenibilità ed alla complessità”. Sempre più “i tradizionali saperi umanistici saranno chiamati ad interagire costruttivamente e criticamente con quelli tecnico-scientifici, della comunicazione, della socialità, per intrecciare competenze differenziate per società articolate”.

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