Un urgente “invito all’azione”, visto l’aumento della disoccupazione in America Latina e nei Caraibi, che già colpisce 47 milioni di uomini e donne. È quello rivolto in occasione del Primo maggio da mons. Miguel Cabrejos, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e arcivescovo di Trujillo (Perù). “Non possiamo mettere a tacere la nostra profonda preoccupazione, quando vediamo la sofferenza di tanti fratelli che hanno perso il lavoro a causa di la pandemia. Dobbiamo fare qualcosa per loro per alleviare la loro povertà!”, scrive mons. Cabrejos, che prosegue: “È doveroso chiedere giustizia sociale per tutti i lavoratori in questo giorno”, facendo eco alle denunce che la Chiesa ha avanzato in più occasioni, attraverso la sua Dottrina sociale, di fronte a “ingiustizie e abusi che minacciano la dignità dei lavoratori”, e ribadendo la richiesta di “salari e condizioni di lavoro equi commisurati alla dignità dei figli di Dio”.
Prosegue il presidente del Celam: “Che ognuno abbia un lavoro dignitoso, una giusta remunerazione e il rispetto della propria dignità umana. Allo stesso modo, chiediamo la fine della violenza che colpisce tanti nostri fratelli e sorelle, che in questi giorni alzano la voce chiedendo ai leader e ai governi di adottare politiche favorevoli a un’economia solidale e agli investimenti sociali, con trasparenza e una chiara opzione per il bene comune”.