È di poche ora fa la notizia che 50 migranti sono morti nel naufragio della loro imbarcazione davanti alla costa della città libica di al Zawiya. Precedentemente, l’Oim aveva riferito che almeno 11 persone erano morte dopo che il gommone su cui viaggiavano era affondato. A bordo di quest’ultimo vi erano in tutto 24 migranti. La Guardia Costiera libica ne ha riportati indietro 12. Il Centro Astalli esprime oggi “cordoglio per le vittime e profondo dolore per le famiglie cui viene negato persino di piangere e dare degna sepoltura ai loro cari”. “È uno dei mali del nostro tempo che sempre più spesso passa sotto silenzio e nel disinteresse generale – sottolinea padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli –. Una vergogna come ci ha ricordato recentemente Papa Francesco e per questo il Centro Astalli ritiene doveroso non smettere di dare notizia di ogni naufragio che avviene”. “Vogliamo essere una sorta di scorta mediatica che accenda una luce su ogni vittima di ogni naufragio nel Mediterraneo – ribadisce padre Ripamonti –. È il nostro modo di farci voce dei tanti migranti che non hanno diritto di parola in Europa. Vogliamo ricordare e chiedere per ciascuna delle vittime, un cambio radicale di politiche e visione che rimetta l’Europa dei diritti e della libertà al centro di un mare che oggi stiamo lasciando a trafficanti che vendono a esseri umani disperati una speranza travestita da morte”.