“I giornalisti sono il tramite fondamentale per spingere la società e la politica sorda e distratta a mobilitarsi contro le ingiustizie nel mondo, a condizione che non si resti indifferenti, accantonando le verità scomode da loro rivelate e vanificando così il loro lavoro di inchiesta”. È il senso dell’incontro tenuto stamattina per celebrare i “Giusti dell’informazione” in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, dedicata quest’anno dall’Unesco all’informazione come bene pubblico.
L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Gariwo, ha reso omaggio a figure simbolo della battaglia per la libertà di espressione, onorate nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo nel Parco del Monte Stella: Liu Xiaobo, autore della Carta 08, premio Nobel per la pace; Raif Badawi, blogger saudita condannato a mille frustate per aver difeso il dialogo tra fedi e culture diverse; Samir Kassir, giornalista libanese, ucciso per aver difeso la libertà di espressione; Hrant Dink, assassinato per aver difeso la memoria del genocidio armeno in Turchia; Anna Politkovskaja, che ha perso la vita per aver denunciato i massacri di civili in Cecenia.
Per loro hanno parlato Paolo Pobbiati, già presidente di Amnesty International Italia, l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari, il console onorario della Repubblica d’Armenia Pietro Kuciukian e la giornalista Anna Zafesova. In rappresentanza della stampa italiana è intervenuto Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, ricordando che “esiste un diritto all’informazione per i cittadini e un dovere che fa capo ai giornalisti. Un dovere che ha un obiettivo chiaro: la verità, che è un percorso faticoso, di sofferenza. E la verità rende soli i giornalisti. Penso a Fava, Francese, Siani, Alfano e quei colleghi morti nel disinteresse e nella solitudine nel loro percorso di verità”. A nome dei corrispondenti stranieri presenti in Italia, è intervenuta Tatjana Dordjevic Simic, consigliere delegato dell’Associazione Stampa estera di Milano.
Per rendere realmente onore ai giornalisti che hanno pagato con la loro vita l’impegno per la verità è necessario tradurre in iniziativa politica il loro esempio, ha dichiarato il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim, lanciando un appello ai giornalisti italiani: “Appoggiate la nostra proposta di dedicare un giorno dell’attività del Parlamento, in una commissione apposita, a rendere pubbliche le informazioni sui possibili segni di nuovi genocidi e sulle atrocità di massa in corso”. A questo fine Gariwo ha chiesto la nomina di un advisor dei genocidi che, sulla base del lavoro di inchiesta dei giornalisti e degli osservatori internazionali, possa fare ogni anno un rapporto dettagliato all’opinione pubblica affinché queste informazioni dai giornali possano entrare nelle nostre istituzioni.