Diocesi: mons. Piemontese (Terni), “la nostra generazione non è all’altezza di proteggere e custodire il tesoro della fede, dell’amicizia con Gesù, la nostra tradizione cristiana”

La ricorrenza della festa del patrono di Narni san Giovenale, il 3 maggio, è stata celebrata in forma contingentata e ridotta, in ossequio alle norme di contrasto alla epidemia del Coronavirus. Il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, ha celebrato il pontificale nella concattedrale di Narni per fare memoria del santo patrono e quale segno di unità spirituale nella preghiera per il popolo sofferente a causa del Coronavirus. Il vescovo ha rivolto un saluto particolare ai malati, anziani, a coloro che hanno avuto sofferenze e lutti nel tempo della pandemia.
“Le rilevazioni statistiche, ma anche l’osservazione comune dicono che la frequenza alla messa domenicale, la partecipazione alla vita della Chiesa e la coerenza con i principi e valori cristiani è scemata – ha osservato il presule -. Il tesoro di conoscenze, convinzioni, amore, ricevuto per l’opera di san Giovenale, si va dilapidando, smarrendo. La nostra generazione non è all’altezza di proteggere e custodire il tesoro della fede, dell’amicizia con Gesù, la nostra tradizione cristiana, la solidità della nostra Chiesa. Adulti indifferenti, giovani distratti e ammaliati da lucciole e surrogati di felicità, famiglie scombinate dalle fragilità dei tempi, dalla indifferenza spirituale, da malsana laicità. Il tesoro in vasi di creta può conservarsi intatto e custodirsi se la nostra responsabilità fa affidamento sulla grazia di Dio ed è riconosciuto come dono di Dio”.
Evidenziando che “noi cristiani del XXI siamo afflitti e mortificati perché la festa esterna di san Giovenale si celebra solo on line, virtualmente”, mons. Piemontese ha rivolto l’invito: “Credo sia il momento di porre mano a rafforzare la vera tradizione legata a san Giovenale: la conversione ad una vita cristiana più autentica e la testimonianza cristiana più concreta e visibile”.
Il vescovo ha poi ricordato quanti in questo periodo sono stati dei buoni pastori per le persone che hanno avuto accanto e ha invitato a riflettere sul senso della vita in questo tempo di pandemia: “Molti, di fronte alla sofferenza e alla morte di propri cari e amici, sono stati indotti a riflessioni esistenziali più sentite e a considerazioni sul valore della vita nella sua consistenza e durata. Oggi vogliamo leggere tutto questo alla luce di Gesù Risorto, che dà senso all’esistenza, e di san Giovenale, che ci sostiene a non lasciarci andare allo scoraggiamento e alla china di una indifferenza religiosa, che sembra di moda, e al disimpegno civile ed ecclesiale”.
La celebrazione si è conclusa sulla gradinata della concattedrale, da dove il vescovo Piemontese ha impartito la benedizione alla città.

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