“Sul mio tavolo è appena giunto, per conoscenza, un appello della società civile del Sudovest della Colombia rivolto a Papa Francesco”. Mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía, arcivescovo di Cali, è convinto che sia importante informare il Papa (che anche nelle scorse settimane non aveva mancato di far arrivare il suo sostegno ai vescovi di quelle regioni martoriate) e la comunità internazionale, su quanto sta accadendo nel Paese in queste ore, frutto del resto di scelte ben più antiche e radicate.
Interpellato dal Sir, mons. Monsalve prende posizione sulla riforma tributaria proposta dal Governo, e ora sospesa, e sulla protesta sociale che, a partire dal mercoledì, ha visto come epicentro, assieme alla capitale Bogotá, proprio Cali. Una protesta che è stata fortemente repressa dalla Polizia, con la morte di oltre 20 persone (probabilmente 14 solo a Cali): “Difficile fare una stima, in realtà secondo alcuni i morti sono più di venti solo nella nostra città – spiega l’arcivescovo –. Abbiamo assistito e stiamo assistendo a giorni di tensione, nel contesto di una protesta popolare e collettiva partita dalla condanna del progetto di riforma tributaria. Personalmente, ritengo quel progetto una provocazione da parte del Governo alla popolazione. Una riforma aggressiva verso la parte della popolazione più svantaggiata, inumana, se si considera che è stata proposta nel pieno della pandemia, da un Parlamento che sta lavorando e legiferando in modo virtuale. Certo, ora il testo è stato ritirato, ma non è stata smentita la volontà di arrivare a una riforma di questo tipo”.
Anche se pure mons. Monsalve, come molti vescovi, aveva invitato la gente a manifestare in altro modo invece che scendere in strada, ora il presule riconosce che “il popolo si è sentito spinto dall’urgenza a manifestare”. In molti casi, “operai e studenti hanno manifestato in modo pacifico e creativo. Ma alcuni gruppi si sono abbandonati a saccheggi. Numerosi studenti hanno occupato l’Università del Valle, e proprio in queste ore, anche come Chiesa, stiamo mediando per arrivare a una soluzione. In ogni caso, la reazione dell’Esmad, la Polizia speciale, è stata molto aggressiva. Abbiamo assistito a sparatorie, ci sono morti e desaparecidos”. Un “quadro molto preoccupante”, secondo l’arcivescovo, che ritiene importante un intervento da parte delle organizzazioni, anche internazionali, per i diritti umani. “Bisognerebbe costituire una Commissione umanitaria, con le realtà della società civile e organismi internazionali”. E al posto di una riforma tributaria “servirebbe una riforma sociale, concertare azioni per un benessere solidale, una spinta al cambiamento con la partecipazione della gente e della società”.