“Grazie a te, Signore, per l’opportunità che mi offri di amare di più. Aiutami a non sciuparla, ad essere un vescovo secondo il tuo cuore”. Queste le prime parole pronunciate da mons. Giampio Devasini, vescovo di Chiavari, al termine della celebrazione eucaristica nel corso della quale, nella cattedrale di Casale Monferrato, ha ricevuto l’ordinazione episcopale per le mani di mons. Gianni Sacchi, di cui è stato strettissimo collaboratore negli ultimi anni come vicario generale.
Il neo vescovo ha fatto un lungo elenco di persone da ringraziare. Innanzitutto “i miei genitori ed alcune altre persone a me molto care che vivono in Dio e che mi hanno trasmesso, con i comportamenti prima ancora che con le parole, il dono della fede”. “Grazie a te, Papa Francesco, che hai deciso di far affidamento su di me come pastore della diocesi di Chiavari. Il tuo profetico insegnamento, radicato nel desiderio che l’amore misericordioso di Dio tocchi in profondità lo spirito delle donne e degli uomini del nostro tempo, informi costantemente l’esercizio del mio ministero”, ha proseguito mons. Devasini, che voluto poi ringraziare i confratelli vescovi. In particolare, ha voluto salutare mons. Catella, “vero e proprio padre nel mio cammino di prete oltreché primo colpevole del procedimento che è culminato nella mia nomina a vescovo. La possibilità che mi hai offerto di collaborare con te mi ha aperto nuovi e più vasti orizzonti di Chiesa, mi ha fatto capire come un vescovo ama e quindi serve una comunità diocesana; mi ha fatto comprendere l’importanza e l’urgenza di conoscere in modo adeguato le sfide e quindi le opportunità che questo cambiamento d’epoca ci offre”. A mons. Sacchi il ringraziamento per “la fiducia e l’amicizia che si sono consolidate nel tempo mi hanno permesso di crescere ulteriormente in una esperienza di governo che sono certo mi sarà assai utile nella cura del gregge che il Signore mi ha affidato”. Verso il vescovo Tanasini, poi, il “grazie” per la “paterna benevolenza con cui mi hai accolto” e “per i consigli che ti chiederò e che spero avrai la bontà di donarmi”. Devasini ha voluto anche ricordare i vescovi Carlo Cavalla e Germano Zaccheo, già defunti. Il ringraziamento è andato anche ai sacerdoti, ai diaconi, alle religiose e ai religiose. E, rivolgendosi alle autorità civili e militari, ha sottolineato che “al di là delle idee religiose e politiche ci unisce la passione per il bene comune; continuiamo a lavorare insieme, ciascuno nel proprio ordine, per meglio servire l’uomo, tutto l’uomo, ogni uomo”. Ancora il grazie ai fedeli delle comunità di cui è stato parroco in questi anni, alle quali ha chiesto “scusa per le mancanze di amore di cui sono responsabile”. Il ringraziamento poi è andato alle tante persone dell’“universo” Oda: “Sono contento di aver dato il mio piccolo contributo perché possa continuare ad essere segno e strumento della diocesi verso le persone in stato di fragilità”. Infine il “grazie” ai fratelli e alle sorelle “con cui condivido il dono dell’amicizia”, elemento “essenziale per una vita vera, bella; dono che, con l’aiuto del Signore e con tutte le mie forze, mi impegno a custodire nei giorni che verranno”.