Altra serata di violenza a Cali e in altre città della Colombia. Il capoluogo della Valle del Cauca si conferma l’epicentro della protesta e della repressione. Al termine di una giornata tesissima, con la morte di quattro persone, il presidente Iván Duque è arrivato in città annunciando, ancora una volta, l’inasprimento della protesta militare, mentre un nuovo appello sale dall’arcidiocesi. Il presidente ha annunciato il dispiegamento di 7mila uomini per togliere i blocchi. Ma in tutto il Paese ieri, a un mese esatto dall’inizio dello sciopero, ci sono state manifestazioni. E vale la pena di ricordare che tutto ciò avviene mentre ogni giorno circa 500 persone muoiono per il Covid-19 e le terapie intensive sono sature a oltre il 90%.
Le notizie, ancora frammentarie, che giungono da Cali parlano della morte di quattro persone, e di repressione indiscriminata contro i blocchi dei manifestanti. Riferisce da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “La stessa magistratura ha ammesso che un agente fuori servizio ha usato, in abiti civili la l’arma da fuoco in sua dotazione, uccidendo due persone. Ci sarebbe stato da parte della folla inferocita un tentativo di linciaggio verso questa persona, e un altro agente è stato ucciso nella città di Pereira. Come accade da settimane, dopo giornate pacifiche la violenza si accende verso sera. Altre segnalazioni riguardano la città di Bucaramanga, dove un mezzo blindato ha colpito una missione medica Addirittura, giunge voce che a Cali ci siano paramilitari che sparano sulla folla”. Prosegue Morsolin: “Io stesso ho partecipato alla marcia, qui a Bogotá. Ho visto io stesso molti giovani manifestanti redarguire un incappucciato, che aveva dato un calcio a un cassonetto. In mattinata ho accompagnato un gruppo di indigeni del Cauca, che marciavano in modo pacifico e con bambini, ma all’altezza del Museo dell’Oro abbiamo dovuto fermarci senza giungere nella centrale plaza de Bolivar, per la presenza di agenti dell’Esmad. Ma quella precedente era stata una giornata di feroce repressione nella zona periferica Usme, con 140 feriti, di cui 6 gravissimi. Uno di questi ha ricevuto uno sparo alla testa. In varie interviste televisive, la presidente della Cidh, la cilena Antonia Urrejola, chiede l’ingresso immediato in Colombia della Commissione, che invece è stata autorizzata dal Governo solo a partire dal prossimo 29 giugno che invece l’ha autorizzata dal 29 giugno prossimo, mentre il Dipartimento di Stato Usa sta esercitando pressione sul Governo colombiano”.