“Quest’anno è sparito dagli scaffali quasi un frutto su due a causa del clima pazzo con gelate primaverili che hanno praticamente dimezzato i raccolti nazionali con cali che vanno dal 30% per le ciliegie al 40% per le pesche e nettarine fino 50% per le albicocche, rispetto ad una annata normale”. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che evidenzia gli effetti sulla spesa degli italiani dei cambiamenti climatici in un mercato peraltro caratterizzato dall’aumento della domanda di cibi salutistici sotto la spinta dell’emergenza Covid.
“Sono gli effetti del moltiplicarsi degli eventi estremi in un anno segnato da temperature con picchi durante l’inverno anche ai 28 gradi che hanno risvegliato precocemente le piante in fase di riposo, rendendole più sensibili alle gelate primaverili”, sottolinea l’associazione. Il risultato, viene spiegato, è che in Italia la produzione nazionale complessiva di ciliegie è scesa attorno agli 80 milioni di chili ma la Coldiretti stima anche un raccolto di pesche e nettarine di circa 722 milioni di chili mentre per le albicocche la produzione è crollata a 154 milioni di chili. “La produzione italiana di frutta estiva – evidenzia l’associazione – è stata dunque duramente compromessa con danni stimati complessivamente vicino al miliardo di euro”.
Coldiretti chiede interventi urgenti nazionali e comunitari di sostegno alle imprese agricole che hanno perso un intero anno di lavoro. In questo contesto è importante l’appello alla Commissione europea sottoscritto da Italia, Francia e Grecia per mettere in campo idonee misure di aiuto urgenti e transitorie per sostenere le imprese danneggiate, conformemente a quanto consentito dall’articolo 221 del regolamento sulla Organizzazione unica di mercato. Occorre anche di rafforzare i controlli alle importazioni per evitare che prodotti stranieri diventino magicamente italiani e sostenere il consumo di frutta italiana ma anche evitare il rischio di speculazioni con bassi prezzi pagati ai produttori che moltiplicano alla vendita sugli scaffali.