Rns: 43ª Convocazione nazionale. Suor Melone, “chiamati a gestire con rinnovata visione, prossimità e responsabilità ciò che facevamo prima della pandemia”

“Questo momento tra voi è un dono per me da condividere con semplicità e con il desiderio di camminare insieme alla sequela di Cristo, pensando anche al ruolo che il Rinnovamento ha nel panorama ecclesiale”. Con queste parole, sul tema “La legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8,2), suor Mary Melone, superiora generale delle Suore Francescane Angeline, ha aperto la prima sessione pomeridiana della 43ª Convocazione nazionale dei 1.700 Cenacoli, Gruppi e Comunità del RnS, in corso oggi e domani, domenica 30 maggio, presso la Sede di Roma. “San Paolo ci ha preparato presentandoci la trasformazione a cui il cristiano è chiamato e la situazione soffocante che imprigiona l’uomo nel peccato – ha spiegato Melone entrando nel vivo della relazione –, cercando la vita nuova di Cristo Gesù nello Spirito. La legge che dà la morte è un sistema che non fa riferimento a Dio, è autoreferenziale: non si tratta solo dei peccati gravi, ma di quella logica sottile del compromesso, dell’opportunità, che esclude la freschezza e la vitalità del Vangelo assecondando una logica mondana. Ad esempio, quale risposte abbiamo dato come cristiani in questo tempo di prova segnato dalla pandemia? Abbiamo offerto un orientamento di senso e reso testimonianza di un cristianesimo quotidiano e dinamizzato?”. E inoltre: “La partecipazione alla vita di Dio ci chiede di essere cristiani e di avere i suoi sentimenti, con abbandono fiducioso e radicale nel Padre, perché è questa la novità che ci consegna lo Spirito Santo. Questa esistenza autenticamente filiale è ciò su cui si gioca la nostra identità cristiana: spesso invece siamo pervasi dalla preoccupazione di dover dimostrare qualcosa al Signore, ma Dio non è mai rivale della nostra gioia e possiamo affidarci fiduciosamente a Lui, esattamente come ha fatto Cristo”. La religiosa, contestualizzando il suo intervento in questa fase di ripartenza generale del Paese, ha inoltre sottolineato che “la libertà del cristiano è un ‘oltre’, perché lo Spirito è vivificante, è creatore, e anche la sua libertà è forza creativa” e “la nostra libertà è la libertà di avere futuro, di ricominciare secondo un nuovo inizio, ossia un qualcosa che in questa stagione ci consegna una carica decisamente progettuale: adesso siamo chiamati a gestire con rinnovata visione, prossimità e profonda responsabilità ciò che facevamo prima dell’avvento pandemia”. Una responsabilità che ci ha “sollecitati” e che si manifesta in “relazioni evangeliche” e nella “capacità di discernimento, ponderando sempre il peso delle scelte”, diventando “visibilità di Dio, come segno alto della libertà che ci viene affidata nello Spirito”. Di seguito, tre significative testimonianze di vita e di sofferenza legate al coronavirus.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori