“Il popolo siriano adesso ha come primo problema quello di sopravvivere alla fame, causata anche dalle sanzioni. Chi le impone le sanzioni sta fuori dalla Siria. E la logica delle sanzioni è quella di affamare il popolo pensando di far diminuire il consenso politico alle autorità e far cadere il governo. Io, come Pastore, vedo che il popolo soffre per la povertà, e non mi sembra che abbia come priorità quella dei discorsi sulla democrazia”. A dichiararlo all’agenzia Fides è mons. Joseph Tobji, arcivescovo maronita di Aleppo, all’indomani delle elezioni presidenziali in Siria che hanno decretato il trionfo scontato di Bashar al Assad con il 95,1% dei voti espressi. Cifre che nessun organo indipendente ha potuto verificare. Voto bollato come “farsa” da leader politici e media occidentali. La risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’Onu prevedeva, già nel 2015, che le successive elezioni siriane si sarebbero dovute svolgere sotto il controllo della comunità internazionale, dopo un negoziato tra il governo e i gruppi d’opposizione, per garantire la partecipazione al voto anche dei milioni di siriani espatriati durante il conflitto. Il governo guidato da Assad ha scelto la strada di convocare ugualmente le elezioni, sostenendo che i negoziati coi gruppi d’opposizione voluti dagli organismi internazionali sono in stallo, e non si poteva attendere la loro conclusione per fissare l’appuntamento elettorale. Tobji, da Aleppo, secondi quanto riporta Fides, afferma di non aver avuto l’impressione di un astensionismo generalizzato da parte della popolazione siriana: “Si vedeva tanta gente davanti ai seggi, con momenti di aggregazione e di festa nelle strade e nelle piazze, a cui non partecipavano solo i militanti vicini al governo”. L’Arcivescovo maronita riconosce che non tutti i siriani soffrono allo stesso modo, e che la devastante crisi economica è accompagnata da un impressionante aumento dei livelli di corruzione, che sottrae risorse preziose alla comunità: “E un problema radicato nella nostra storia – ammette mons. Tobji – ed è aumentato a causa della guerra. Anche le sanzioni contribuiscono a modo loro a questo fenomeno. Chi ha soldi e posizioni influenti se ne approfitta. È un circolo vizioso: la corruzione alimenta la povertà, e la povertà alimenta la corruzione, che sottrae le poche risorse che rimangono. Si stanno facendo leggi per arginare la corruzione, ma non è un problema che si risolve in poco tempo”.