“Il tempo di pandemia è stato un gigantesco promemoria delle nostre interconnessioni sulle relazioni che costituiscono la vita umana. Forse, il paradigma della salute spiega bene le interconnessioni, cioè la salute delle persone è legata alla salute dell’economia, la salute del pianeta impatta sulla salute delle istituzioni, la salute della democrazia è una spia accesa sulla salute della società. Il paradigma della salute in qualche modo interpreta tutte queste interconnessioni in cui noi oggi viviamo”: lo ha detto, oggi pomeriggio, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, concludendo il 17° Seminario di studio sulla custodia del Creato sul tema “Per una vita buona, su una terra da risanare: ambiente e salute in tempo di pandemia”, organizzato oggi a Roma dal Tavolo di studio “Custodia del creato”. Don Bignami ha anche ricordato come il Tavolo sia nato dal 1° gennaio di quest’anno, con il sostegno della Segreteria generale della Cei attraverso l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e l’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. nato nel gennaio di quest’anno
“La fede ci anima e scopriamo la bellezza di costruire relazione all’interno di mondi che hanno bisogno di dialogare: teologia e scienza, filosofia e tecnica, cooperazione missionaria e agricoltura sostenibile, salute e ambiente. Lo scambio tra le Chiese sorelle che partecipano al Tavolo – ha evidenziato il direttore dell’Ufficio Cei -appartiene a quella ricchezza di cui abbiamo bisogno per prenderci cura della creazione da fratelli e sorelle. Mentre risaniamo le ferite delle divisioni e ci alleniamo al dialogo, scopriamo che stiamo ricevendo in dono le chiavi della fraternità. Insieme possiamo esplorare la casa comune condividendo la regola di vita che ci viene dal Vangelo di Gesù e dalla sua parola, che è uno sguardo contemplativo, che vede in ogni creatura un dono e in ogni creatura un gesto d’amore di Dio, che è il Creatore di tutto”. Don Bignami ha anche notato che il tema affrontato oggi ha “il sapore dell’urgenza”, legato al fatto che “la pandemia ha scoperchiato lentezze rispetto a scelte che sono urgenti”. Ricordando le parole del papa nella Laudato si’, il sacerdote ha invitato a “recuperare una dimensione della responsabilità che previene e che si fa saggezza nella storia. Non possiamo permetterci il lusso di lasciare la patata bollente di questi problemi e delle decisioni urgenti che ci aspettano alle future generazioni. È un impegno che ci tocca come Uffici ma anche come Chiese cristiane nel dialogo ecumenico”.