La Procura della Repubblica cilena ha accusato 17 sacerdoti della Congregazione dei Fratelli maristi di aver commesso 28 abusi sessuali tra il 1970 e il 2004. L’accusa ha spiegato che, sulla base di 150 testimonianze raccolte, le vittime dei maristi avevano tra i 7 e i 25 anni al momento dei fatti, ma poiché gli abusi sono avvenuti prima dell’entrata in vigore della riforma della procedura penale, il pubblico ministero deve deferire i casi al vecchio sistema di giustizia penale. L’udienza sulla giurisdizione del caso si terrà il 28 maggio presso il 15 ° Tribunale di garanzia di Santiago.
La Congregazione marista del Cile, in una nota, afferma di aver “denunciato una ad una al pubblico ministero tutte le accuse di abuso, chiedendo che si indagasse diligentemente per chiarire ogni caso. Parallelamente, ascoltava ogni vittima, raccogliendo le loro storie e fornendo loro assistenza legale e tutto il supporto spirituale e psicologico di cui avevano bisogno e che la maggior parte di loro ha accettato e ricevuto”.
Di conseguenza, precisano i maristi, “ricevere questa notizia – dopo quasi quattro anni – è uno stimolo e una speranza che si raggiunga la verità e si faccia giustizia”. Rispetto al fatto che il processo avverrà son il vecchio sistema di giustizia penale, la Congregazione denuncia che l’attesa “è stata troppo lunga ed è ora di fare giustizia”. Per questo, prosegue la nota, “in modo indipendente, la Congregazione marista del Cile ha lavorato negli ultimi mesi, con consulenti esterni e laici – esperti in diritti umani e situazioni di abuso – per cercare riparazioni alternative per coloro che hanno subito queste umiliazioni. Sappiamo che nessuna forma di riparazione sarà sufficiente, né sarà in grado di cancellare le sofferenze vissute e che soffrono ancora oggi, ma siamo fiduciosi che porterà un po’ di pace e speranza a coloro che erano e continuano a essere maristi e alle loro famiglie”.