“Prima dell’era Covid i pronto soccorso degli ospedali, nel periodo invernale, erano pieni di bambini con infezione da virus respiratorio sinciziale (Vrs). Con l’era Covid questo virus è sparito dalla circolazione, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Probabilmente il motivo sta nelle misure adottate per contrastare il Sars-CoV-2: distanziamento, lavaggio delle mani, uso delle mascherine, chiusura dei luoghi affollati. Ma cosa succederà dopo il Covid?”. A porre l’interrogativo è Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri) e responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma, che al 76° Congresso italiano di pediatria (25-28 maggio) interviene con una lezione magistrale dedicata alla storia del Vrs e mette in guardia: “Sicuramente il Vrs tornerà a circolare e c’è il rischio che possa esserci un’epidemia un pochino più grave rispetto alle precedenti. Di solito, infatti, il neonato è protetto dagli anticorpi che la mamma gli passa attraverso la placenta. Ma quest’anno c’è stato un salto, nessuno si è ammalato con il virus respiratorio sinciziale, dunque c’è il rischio che i neonati nasceranno da mamme che non hanno anticorpi e quindi saranno meno protetti”. Come contenerlo? “Se continueremo a lavarci le mani, a usare le mascherine quando siamo raffreddati e a cercare di evitare i posti affollati, probabilmente anche la circolazione del virus respiratorio sinciziale verrà contenuta”, replica l’esperto ricordando che si tratta di un virus presente in tutto il mondo: “È stato stimato che in un anno 30 milioni di bambini sotto ai 5 anni si ammalano, più di 3,5 milioni di questi bambini vengono ricoverati e circa 100mila muoiono, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo”.