“Quando preghiamo dobbiamo essere umili: è il primo atteggiamento per andare a pregare”. A raccomandarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, in corso nel Cortile di San Damaso. “In tanti posti – ha proseguito a braccio – c’è l’abitudine che per andare in chiesa le donne si mettono il velo, prendono l’acqua benedetta. Così dobbiamo dirci, prima della preghiera, che sia quello più conveniente, che Dio mi dia quello che conviene di più – Lui lo sa – perché le nostre parole siano effettivamente delle preghiere e non un vaniloquio che Dio respinge”. “Si può anche pregare per motivi sbagliati”, ha fatto notare il Papa: “Ad esempio, per sconfiggere il nemico in guerra, senza domandarsi che cosa pensa Dio di quella guerra. È facile scrivere su uno stendardo ‘Dio è con noi’; molti sono ansiosi di assicurare che Dio sia con loro, ma pochi si preoccupano di verificare se loro sono effettivamente con Dio”. “Nella preghiera, è Dio che deve convertire noi, non siamo noi che dobbiamo convertire Dio”, il monito di Francesco: “L’umiltà: io vado a pregare, ma tu, Signore, converti il mio cuore perché io chieda quello che sia più conveniente, quello che sia meglio per la mia salute spirituale”.