“Nel 2020 siamo arrivati a un dato dolorosissimo: solo 404.104 mila nati contro i 535.282 nel 2001 e gli oltre un milione negli anni 60. A causa della mancanza di politiche sociali, assistenziali e della scarsa importanza data alla maternità stiamo di fatto assistendo ad un autogenocidio del nostro popolo”. Non ha usato mezzi termini Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nella lettura magistrale con cui ieri sera ha inaugurato il 76° Congresso italiano di pediatria, organizzato dal 25 al 28 maggio su piattaforma digitale. “Nel 2016, anno di inizio del mio mandato da presidente Sip, sono nati 473.438 bambini. In 4 anni abbiamo perso 53.354 nascite”. Di qui l’assoluta necessità di “sostenere la donna che intende diventare madre, a cominciare dalla difesa dei tassi di occupazione femminile”.
Nella sua lectio Villani ha sottolineato l’importanza di investire sull’infanzia agendo in quattro direzioni: “Contrastare la denatalità, difendere la specificità pediatrica (cioè il diritto per ogni bambino di essere curato da professionisti e in ambienti a lui dedicati), prendersi cura delle fragilità (sanitaria, economica, culturale) e soprattutto investire nella scuola in sofferenza da anni”. “Una scuola a tempo pieno, con la refezione scolastica garantita per tutti bambini, che abbia tra i programmi scolastici le attività sportive e musicali e dell’educazione al bello. Una scuola pensata in questo modo, comprensiva equa e accogliente, garantirebbe a tutti i bambini corretti stili alimentari e soprattutto l’accesso a quegli insegnamenti oggi appannaggio quasi esclusivo di chi se li può permettere. Aiuterebbe anche – ha concluso – a combattere la solitudine dei figli unici”.