“Le minacce rappresentate dalla disinformazione online sono in rapida evoluzione e dobbiamo intensificare la nostra azione collettiva per responsabilizzare i cittadini e proteggere lo spazio dell’informazione democratica”. Così la vicepresidente della Commissione Ue per la trasparenza, Vera Jourova, presentando in conferenza stampa le nuove linee guida del Codice Ue contro la disinformazione, che rientra nel Digital Service Act, presentato a dicembre e ora in attesa di approvazione dalle altre istituzioni Ue. “È necessario un nuovo codice più forte perché abbiamo bisogno delle piattaforme online e altri attori per affrontare i rischi sistemici dei loro servizi e la diffusione tramite algoritmi”. Al momento sono firmatari del Codice, finora su base volontaria, grandi piattaforme come Tik Tok, Facebook, Google, Microsoft, Mozilla e Twitter che comunicano periodicamente i dati sulle azioni intraprese contro la disinformazione. Con la comunicazione odierna la Commissione Ue chiede anche alle aziende di dimensioni minori e alle società pubblicitarie di aderire all’iniziativa. In particolare, la Commissione sostiene che è necessario che le piattaforme online si impegnino con “un monitoraggio più solido delle fake news” e la condivisione di dati più chiari sulle misure applicate.
Bruxelles chiede ai firmatari di “ridurre gli incentivi finanziari alla disinformazione e consentire agli utenti di avere un ruolo attivo nella prevenzione della sua diffusione, cooperare con i fact-checker negli Stati membri dell’Ue e fornire un quadro chiaro per l’accesso ai dati per i ricercatori”. La Commissione Ue si sta concentrando sul monitoraggio dei contenuti che possono rappresentare un pericolo per i cittadini ma anche per la democrazia. “Stiamo monitorando le fonti e anche i finanziamenti” da cui provengono le fake news, “vediamo che hanno impatto sulla popolazione ma anche sulle elezioni”, ha detto Jourova.