“Lukaschenko ha superato ogni limite ed è diventato una minaccia per la sicurezza e la pace internazionale”: così Sviatlana Tsikhanouskaya, leader in esilio dell’opposizione bielorussa, intervenendo alla riunione della commissione affari esteri del Parlamento europeo questa mattina. “Apprezziamo le reazioni politiche e le azioni adottate per rispondere al dirottamento di domenica 23 maggio”. La leader ha però anche citato altri tre eventi delle ultime settimane: la chiusura della testata indipendente tut.by, la misteriosa morte del detenuto Witold Aschurok in prigione, l’intenzione di posporre il prossimo voto nazionale di un anno e mezzo, alla fine del 2023. “In questa atmosfera vive la Bielorussia da oltre nove mesi”, ha spiegato Tsikhanouskaya, rimproverando all’Ue la “precedente strategia dell’‘aspettare e vedere che cosa succede, non basta più’”: l’innalzamento graduale delle sanzioni “non è riuscito a cambiare il comportamento di Lukaschenko, ma ha portato solo a un clima di crescente repressione e impunità”. La leader ha chiesto all’Ue una serie di azioni che affrontino la “situazione nel suo complesso”, a partire dal continuare la politica di non riconoscimento di Lukaschenko; e poi nell’elenco di richieste, ci sono, tra le altre, la convocazione al più presto di una “conferenza politica internazionale di alto livello” per la soluzione della crisi in Bielorussia.
Tsikhanouskaya chiede il sostegno dell’Ue alle forze democratiche bielorusse, società civile e media con iniziative mirate sotto la presidenza congiunta della Commissione e della leader stessa; il blocco di ogni sostegno economico al governo e investimento estero o linee di credito alle banche del Paese e il divieto sulle importazioni verso l’Ue. “Per favore, amici europei, ascoltatemi, è tempo di agire ora”.