“La formazione è un tema che non interessa soltanto la Chiesa, ma anche molte parti della società: se si perde la connessione tra le generazioni, il futuro è particolarmente cupo”. Lo ha detto mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, neoeletto vicepresidente della Cei per il Nord, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la seconda conferenza stampa dell’Assemblea della Cei, in corso a Roma fino a domani. “La questione intergenerazionale, di cui i vescovi hanno parlato nel Convegno di Verona nel 2006, è uno dei temi che stanno più a cure al Papa e alla Chiesa”, ha ricordato il vescovo, facendo notare che “nelle diocesi e nelle parrocchie c’è l’impegno a rimettere in moto tante forme di educazione”, anche approfittando della recente istituzione del ministero del catechista tramite il Motu Proprio del Papa. In tutte le diocesi, inoltre, è presente il Servizio per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, caratterizzato da “un’attenzione formativa, di prevenzione e di formazione affettiva”. “Nel Sinodo si vedrà come raccogliere le tante sfide”, ha annunciato Castellucci, “soprattutto in relazione al disagio giovanile che anche la pandemia ha evidenziato”. La Chiesa, ha assicurato, “è particolarmente vicina a questa fascia di età, che non è stata sotto i riflettori. E’ un grido silenzioso, ma molto profondo, che dice molto del bisogno di senso e di relazione in questo nostro tempo”. Mons. Giuseppe Baturi, vescovo di Cagliari e neoeletto vicepresidente per il Sud, ha citato una frase rivoltagli da un gruppo di giovani: “Non considerateci solo un problema”. “C’è dentro una voglia di impegno – ha commentato – e una prospettiva ampia che dobbiamo saper intercettare e a cui rispondere con proposte adeguate. I giovani non sono un problema, sono un grande ricchezza”.