Diocesi: Melillo (Ariano Irpino), “don Garosio era un sacerdote limpido e accogliente, un uomo mite da un sorriso sempre acceso, un presbitero fino in fondo”

“La morte di don Luigino Garosio, moderatore dell’opera iniziata dal beato Luigi Novarese (i Silenziosi Operai della Croce, ndr), è un dolore immenso che trafigge il cuore di tutta la comunità, non solo di chi – come me – ha avuto il dono di averlo conosciuto”. Lo scrive il vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, mons. Sergio Melillo, per la morte, ieri, di don Garosio, ricoverato in ospedale ad Ariano Irpino, a causa del Covid-19.
“Don Luigino era un sacerdote limpido e accogliente, un uomo mite da un sorriso sempre acceso, un presbitero fino in fondo, con il Rosario stretto tra le mani benedicenti; era un uomo dal tratto contadino abituato ad un intenso lavoro pastorale all’ombra della Vergine Maria, Madre da lui teneramente amata”, ricorda il vescovo.
“La sua morte terrena, nel giorno della Beata Vergine Maria Ausiliatrice, è una perdita non solo per il Centro volontari della sofferenza, ma per tutta la nostra Chiesa che, nel santuario di Valleluogo custodisce il grembo materno dell’associazione – prosegue il presule -. I ricordi che porto di don Luigino si affollano nella mia mente, dai miei primi incontri da apostolo dei malati, fino alle ultime parole che ci siamo scambiati il giorno del suo ricovero in ospedale e all’ultimo sguardo, a distanza, che ci siamo rivolti tramite lo schermo di un cellulare”.
Mons. Melillo conclude: “Prego per lui e per tutta la comunità dei Silenziosi Operai della Croce, messi a dura prova da questa pandemia. Il Signore accolga Don Luigino, servo buono e fedele, in Paradiso”.

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