Notizie di diverso segno continuano ad accavallarsi in Colombia, mentre si è giunti ormai a quattro settimane di sciopero nazionale, coincidenti tra l’altro con il picco della terza ondata della pandemia. Ieri, presso la sede della Conferenza episcopale della Colombia, si è tenuto un incontro dei membri della cosiddetta “Coalizione della speranza”, formata da diversi attori politici e istituzionali, con i facilitatori della Chiesa cattolica e delle Nazioni Unite nei dialoghi tra il Governo e il Comitato nazionale dello sciopero, per proporre possibili soluzioni alla crisi sociale che il Paese sta attraversando da diverse settimane. Tra gli altri, erano presenti Humberto De la Calle, Sergio Fajardo, Juan Manuel Galán, Jorge Enrique Robledo e Juan Fernando Cristo. Mons. Héctor Henao, delegato della Chiesa colombiana nelle trattative, ha evidenziato la presenza dei membri della Coalizione della Speranza e ha riferito che sia lui che Ruiz Massieu, nella loro qualità di facilitatori dei dialoghi, si sono incontrati con diversi settori della società per rafforzare il senso di unità attorno allo scopo urgente di superare l’attuale situazione che affligge il Paese.
Dall’altra parte, è giunta una notizia preoccupante: la ministra degli Esteri e vicepresidente Marta Lucía Ramírez ha annunciato che la Colombia impedirà l’ingresso nel Paese della delegazione della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), incaricata di indagare sulle repressioni delle forze speciali e dell’Esercito in queste settimane. “Una scelta sfacciata di fronte alla comunità internazionale – commenta da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani -, che preoccupa le Ong e gli organismi che operano in difesa dei diritti umani e dimostra tra l’altro l’urgenza di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sull’omicidio del cooperante Onu, Mario Paciolla, chiesto da molte voci della società civile italiana, come Comunità Giovanni XXIII, Osservatorio Selvas, Cipsi e Focsiv. Emerge, in questo frangente, una sorta di ‘iper-presidenzialismo’ che ‘addomestica’ gli organismi di controllo che pure esistono”.
In ogni caso, “l’appello di Pentecoste di Papa Francesco ha avuto un eco mondiale sui principali mass-media internazionali. Dopo che sabato scorso è continuata la violenta repressione dei corpi di Sicurezza Esmad che solo nel sud di Bogotá, al Portal Americas, hanno provocato 40 feriti e tre giovani hanno perduto un occhio, come documentato dalla Commissione inter-ecclesiale Giustizia e pace, sono continuate centinaia di assemblee di giovani. Significativo che alcuni incontri siano stati ospitati a Bosa, nella periferia della capitale, nella sede dei missionari clarettiani, proprio dove qualche giorno fa era atterrato un elicottero dell’Esercito, con una modalità che contrasta le norme del diritto internazionale”.