“Il dono del consiglio, che ci richiama tutti al momento verticale, spirituale, liturgico, è l’antidoto al rischio del parlamentarismo”. Lo ha detto mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vicepresidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della prima conferenza stampa dell’Assemblea dei vescovi italiani, in corso all’Hotel Ergife di Roma fino al 27 maggio. “Siamo fiduciosi che sia un percorso in cui tutte le diverse anime del cattolicesimo italiano possano alimentarsi a vicenda, e reggersi a vicenda”, ha affermato a proposito del Sinodo. “Tutte le volte che sono stato in Germania – ha rivelato il presule – ho sempre chiesto: pensate che cambiando queste cose l’evangelizzazione sia più efficace?”. Nella sua relazione di oggi ai vescovi, mons. Brambilla ha citato la virtù della prudenza, che “San Tomaso collega con la decisione pratica – il dono del consiglio – e con la beatitudine. Un cattolicesimo senza Spirito Santo non funziona”. In San Tommaso, ha precisato il vicepresidente della Cei, “la virtù della prudenza è la virtù del coraggio, cioè la decisione di fronte a più possibilità. Il consiglio riguarda la dimensione liturgica, orante e spirituale, e la misericordia è l’intreccio. Tutto ciò ci consentirà di fare un Sinodo che non sia soltanto un grande Parlamento cattolico”.