Una domenica ricca di gioia e di festa, ieri, solennità di Pentecoste, per la Chiesa di Padova. Una festa della Chiesa che ha visto due celebrazioni solenni con il vescovo Claudio Cipolla in cattedrale a Padova.
Al mattino la “festa delle genti” che, causa pandemia, era saltata nella tradizionale data del 6 gennaio ed è stata celebrata ieri con la partecipazione delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in diocesi. Una celebrazione ricca di festa, di lingue, di musiche e di colori presieduta da mons. Cipolla e concelebrata da don Gianromano Gnesotto, vicedirettore dell’Ufficio di Pastorale dei migranti e dai diversi cappellani delle comunità etniche: africani francofoni e anglofoni, cinesi, filippini, indiani, ispanoamericani, polacchi, romeni di rito latino e orientale, srilankesi, ucraini. “Sono contento che ci possiamo incontrare in tanti e da tanti paesi diversi – ha detto il vescovo –. Questo ci dice che il Signore ci mette su una strada che può essere esemplare anche per la nostra società. Noi prima di stranieri siamo fratelli e sorelle e prima di qualsiasi differenza siamo uniti dalla stessa fede in Gesù e dall’appartenenza alla stessa carità, allo stesso amore che il Signore ha donato ai suoi discepoli. Quello che ci unisce nella fede è tantissimo e ci porta a scoprire che anche umanamente siamo fratelli e sorelle, non soltanto dal punto di vista spirituale”.
Nel pomeriggio la cattedrale ha ospitato un altro momento di gioia, l’ordinazione presbiterale di don Marco Bertin. Trentaquattro anni, Bertin è nato a Padova il 28 settembre 1986. Originario della parrocchia di Perarolo di Vigonza (Pd), dove è cresciuto insieme ad altri due fratelli e due sorelle. Dopo aver compiuto studi scientifici, essersi laureato in ingegneria elettronica, ed essere stato ricercatore universitario per due anni, è entrato nel seminario di Padova. Negli anni di formazione ha prestato servizio nella parrocchia di Fratte, nell’unità pastorale di Piovene Rocchette e a Villatora. È stato ordinato diacono domenica 10 gennaio 2021.
“Anche con il tuo contributo, Marco – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia ripercorrendo il brano degli Atti degli apostoli – le nostre comunità possano davvero radunarsi, vivere unite. Anche Marco deve servire l’unità della Chiesa di Gesù”.