“Tutti noi, specialmente nei momenti difficili, come quello che stiamo attraversando, a causa della pandemia, cerchiamo consolazioni. Ma spesso ricorriamo solo a consolazioni terrene, che svaniscono presto, sono consolazioni del momento”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa di Pentecoste, celebrata ieri nella basilica di San Pietro. La differenza tra le consolazioni del mondo e quelle dello Spirito Santo, ha spiegato Francesco, sta nel fatto che “le consolazioni del mondo sono come gli anestetici: danno un sollievo momentaneo, ma non curano il male profondo che ci portiamo dentro. Distolgono, distraggono, ma non guariscono alla radice. Agiscono in superficie, a livello dei sensi e difficilmente del cuore. Perché solo chi ci fa sentire amati così come siamo dà pace al cuore. Lo Spirito Santo, l’amore di Dio, fa così: scende dentro, in quanto Spirito agisce nel nostro spirito. È la tenerezza stessa di Dio, che non ci lascia soli” . Lo “spirito nemico, il diavolo”, invece, “prima ci lusinga e ci fa sentire invincibili – le lusinghe del diavolo che fanno crescere la vanità –, poi ci butta a terra e ci fa sentire sbagliati: gioca con noi. Fa di tutto per buttarci giù, mentre lo Spirito del Risorto vuole risollevarci”. Anche noi, come i discepoli, “siamo chiamati a testimoniare nello Spirito Santo, a diventare paracliti, cioè consolatori”, la tesi del Papa: “Non facendo grandi discorsi, ma facendoci prossimi; non con parole di circostanza, ma con la preghiera e la vicinanza”. “Il Paraclito dice alla Chiesa che oggi è il tempo della consolazione”, l’annuncio di Francesco: “È il tempo del lieto annuncio del Vangelo più che della lotta al paganesimo. È il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo per riversare amore sul mondo, senza sposare la mondanità. È il tempo in cui testimoniare la misericordia più che inculcare regole e norme”. “Abita il presente; cerca l’insieme; metti Dio prima del tuo io”, i tre imperativi per il cristiano. “Oggi, se ascoltiamo lo Spirito, non ci concentreremo su conservatori e progressisti, tradizionalisti e innovatori, destra e sinistra”, ha concluso il Papa: “Se i criteri sono questi, vuol dire che nella Chiesa si dimentica lo Spirito”.